L’Italia non ha tempo da perdere in materia di frequenze radio, dove nel 2015 si conferma al 20° posto nella classifica europea (Indice DESI) di armonizzazione dello spettro radioelettrico. In particolare, il nostro paese sui 700 Mhz deve darsi urgentemente una strategia comune e un piano per “consentire la transizione delle frequenze 700 Mhz ai servizi di comunicazione a larga banda senza fili anche con l’orizzonte al 2022”. Lo ha detto questa mattina il Presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani, nel suo intervento alla Camera per la Relazione annuale dell’Autorità, sottolineando quindi la necessità per il nostro paese di non accumulare nuovi ritardi sulla programmazione delle frequenze, risorsa scarsa di cui c’è però bisogno per veicolare il traffico crescente dell’Internet in mobilità, alimentato soprattutto dai video, servizi bandivori per antonomasia.
Piano urgente
Un ritardo che non possiamo permetterci, per cui è necessario definire al più presto un “Piano d’azione urgente” per il passaggio delle risorse 700 Mhz dal digitale terrestre ai servizi broadband mobili, come vuole la Ue. Una transizione che sia in linea con la recente decisione europea di “armonizzazione delle frequenze dei 700 Mhz unitamente ad un uso combinato delle frequenze già riservate agli usi radiomobili e del piano di azione delineato a tale scopo a partire dal 2017”.
Insomma, il Presidente Cardani richiama le istituzioni e i soggetti pubblici e privati (gli operatori mobili e i broadcaster) coinvolti nella migrazione a non ‘rimuovere’, a non ‘procrastinare’ il problema e a non perdere tempo utile per darsi una roadmap ben definita della migrazione, anche se questa dovesse concludersi nel 2022, come richiesto dal Parlamento italiano alla Ue. Perché due anni in più non sono molti e comunque entro giugno del 2017 il nostro paese dovrà produrre un piano ben chiaro delle tappe della roadmap di migrazione a Bruxelles.
Le richieste della Ue
C’è da dire che il commissario all’Economia Digitale Gunther Oettinger spinge i paesi membri a liberare i 700 Mhz entro il 2020, per accelerare il passaggio delle nuove risorse spettrali al broadband mobile e in prospettiva al 5G.
Un’accelerazione sui 700 Mhz che non piace all’Italia. I broadcaster di casa nostra dispongono di licenze d’uso per il digitale che in alcuni casi arrivano addirittura fino al 2032, e nemmeno gli operatori Tlc sono ansiosi di partecipare a nuove onerose gare per i 700 Mhz. E’ anche per questo che le Telco chiedono all’Agcom di immaginare nuove forme di assegnazione delle frequenze, che non implichino sanguinose aste al rialzo per i 700 Mhz. Ma c’è da dire che in altri paesi, come Francia e Germania, le gare per i 700 Mhz ci sono già state l’anno scorso e che l’Italia, restando a guardare, rischia di perdere il treno del 5G che tanto interessa alla Ue.
Vedremo come andrà a finire, ma oggi l’Agcom ha ricordato che la questione c’è e non va trascurata anche nell’orizzonte temporale del 2022.
Il Mise acceleri sulla gara per i 3.6-3.8 Ghz
Altri temi affrontati in materia di frequenze dal Presidente Cardani riguardano i 3.6-3.8 Ghz per lo sviluppo di soluzioni Fixed Wireless Access a banda larga e ultralarga, per le quali è pronto il regolamento di assegnazione (manca ancora il bando del MISE, già sollecitato dalla industry in quanto complementare alla fibra soprattutto nelle aree C e D a fallimento di mercato).
E proprio in questo senso, sui 3.6-3.8 Ghz Cardani sollecita appunto il Ministero: “Ora si attende la gara per l’assegnazione da parte del MISE, che sarebbe opportuno accelerare anche al fine di favorire la partecipazione dei fornitori di FWA ai bandi per il finanziamento pubblico delle reti a banda ultralarga”.
Licensed Shared Access
L’Autorità infine rivendica di aver avviato, “unica in Europa insieme ad Ofcom”, la consultazione pubblica per la determinazione delle modalità di accesso condiviso allo spettro nella forma del “Licensed Shared Access” (LSA) o di meccanismi analoghi, secondo lo schema incoraggiato in Europa da RSPG. “In un contesto di risorse scarse occorre individuare nuovi approcci per l’assegnazione e l’uso efficiente delle frequenze al fine di soddisfare la crescente domanda di traffico wireless, anche nella prospettiva del 5G, dell’Internet of Things e delle connessioni Machine to Machine”.
Efficiente allocazione delle risorse scarse: frequenze, numerazione