La Commissione Europea ha pubblicato i risultati della consultazione pubblica aperta a gennaio sul rapporto Lamy, in merito all’utilizzo della banda 700 Mhz. In sintesi, la raccomandazione più sentita, condivisa dalla maggior parte dei 356 contributi di 96 organizzazioni diverse, riguarda il passaggio della banda 700 Mhz dai broadcaster televisivi a servizi di banda larga mobile a partire dal 2020 nella Ue.
Il 63,5% dei partecipanti chiede alla Ue un maggior coordinamento delle politiche relative allo spettro per ridurre la frammentazione e assicurare un passaggio graduale e tempestivo delle risorse frequenziali al broadband mobile.
La stragrande maggioranza dei partecipanti chiede alla Ue di fissare una deadline chiara e condivisa da tutti gli stati membri per non sgarrare la data del 2020 (con due anni di tolleranza in più o in meno per la transizione).
Circa il 75% dei partecipanti alla consultazione chiede un approccio comune della Ue per quanto riguarda la banda sotto i 700 Mhz da presentare e sostenere al World Radio communication Conference (Wrc 2015) che si terrà a novembre a Ginevra.
Infine, la Commissione ha annunciato un nuovo studio per quantificare i costi e i benefici economici del passaggio dei 700 Mhz alla banda larga mobile nella Ue.
Banda UHF
La banda 700MHz (694-790 MHz) dovrà essere riassegnata alla banda larga mobile in un tempo sufficiente per assicurare una transizione che sia il meno costosa possibile per gli utenti dello spettro e i cittadini e per tenere in conto la diversità dei livelli di penetrazione della trasmissione terrestre in Europa.
E’ inoltre necessario associare una certa stabilità regolamentare perché la trasmissione possa proseguire come è attualmente il caso della banda 470-694 MHz fino al 2030. Tutto ciò suppone misure su scala nazionale, Ue e internazionale.
Di conseguenza, in occasione della Conferenza mondiale dell’ITU, che riesaminerà e rivedrà le regole internazionali d’uso dello spettro, l’Europa dovrà respingere tutti i progetti d’assegnazione a titolo primario per i servizi mobili della banda 470-694 MHz, attualmente in uso all’industria tv.
Una certa flessibilità potrebbe tuttavia essere assicurata grazie allo sviluppo delle tecnologie di trasmissione ‘down link only’, riservando priorità alle reti di broadcasting.
Al fine di tener conto dell’evoluzione della domanda dei consumatori e delle nuove tecnologie, come le reti convergenti e lo sviluppo della fibra ottica su larga scala, entro il 2025 dovrà essere realizzato un bilancio sull’uso dello spettro UHF.
In base alle nuove indicazioni, poi, i radiomicrofoni per il Programme Making and Special Events (PMSE) avranno accesso ad almeno 59 MHz di spettro Ue che, se si ritiene necessario, può essere aumentato a livello nazionale.