Tre misure per salvare la stampa dalla crisi. A proporle è il Segretario generale della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Franco Siddi, intervenuto alla conferenza stampa su ‘Garantire il pluralismo dell’informazione’ organizzata oggi alla Camera da Mediacoop, Fnsi, Fisc, File, Slc-Cgil, Anso, Uspi e Articolo21.
Siddi suggerisce una tassa minima su Google e pubblicità in Tv oltre che un contributo delle banche all’editoria.
“Perché – si chiede il Segretario FINSI – non si inserisce una tassa minima sulla pubblicità delle emittenti televisive nazionali per la costituzione di un Fondo per il pluralismo? Perché le banche, che hanno per legge l’obbligo di investire nella cultura, non destinano una quota per l’editoria? Perché il governo come hanno fatto altri esecutivi in Europa non applica una tassa anche minima a Google che oggi in Italia, invece, prospera esentasse?”.
Misure che, secondo il Segretario FNSI, garantirebbero maggiore pluralismo nell’informazione.
“Basterebbero queste tre piccole operazioni – ha sottolineato – per trovare quei 100 milioni capaci di dare ossigeno e vita ad una vera informazione locale e di idee che sta oggi invece morendo. Non chiediamo soldi a pioggia, vogliamo far vivere una informazione utile al tessuto democratico e sociale del nostro Paese. Il governo ci ascolti”.
Siddi riporta quindi l’attenzione su Google che stando agli ultimi dati fattura in Italia 1.100 milioni di euro in gran parte grazie alla pubblicità.
Situazione già fortemente denunciata dagli editori europei all’Antitrust Ue e in Italia da molte aziende come L’Espresso o Mediaset.
Ricordiamo però che nel nostro Paese il recente tentativo di tassare le multinazionali di internet, l’ormai nota Web Tax proposta dal presidente della Commissione Bilancio della Camera, on. Francesco Boccia (Pd), ha scatenato una forte polemica, a partire dal premier Matteo Renzi.
Siddi oggi ritorna sull’eterno problema che da anni contrappone editori a motori di ricerca e quindi a Google.
L’ex Sottosegretario Giovanni Legnini aveva provato a dare una risposta con una norma che prevedeva l’accordo remunerato. Un problema che oggi resta ancora sul tavolo del Sottosegretario all’Editoria Luca Lotti che ha intanto istituito il Fondo straordinario da 120 milioni di euro per il triennio 2014-2016.
Siddi conclude sostenendo: “E’ ovvio 50 milioni per l’editoria non bastano. Il Governo deve metterci di più, bisogna trovare più soldi. Il rischio è che altre testate giornalistiche chiudano e centinaia e centinaia di altri lavoratori e giornalisti finiscano sul lastrico. Mi permetto di suggerire alcune modalità per ripristinare quel tessuto informativo e quel pluralismo delle idee che stiamo per perdere”.