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Space & Underwater, Franco Accordino (Commissione Ue): ‘L’Europa investe un miliardo sui cavi e la connettività sottomarini’

“L’Europa è molto attiva nello sviluppo dei cavi sottomarini per la connettività con investimenti complessivi di un miliardo, di cui 420 milioni già allocati”, ha detto Franco Accordino, Head of Unit Investment in High-Capacity Networks della Commissione Europea nel suo intervento alla ‘Space&Underwater Conference’ organizzata da Cybersecurity Italia a Roma.

Su questo fronte, l’Unione Europea è attiva in due ambiti ben chiari: “da un lato gli investimenti e dall’altro la parte regolamentare – aggiunge Accordino – ricordo che in Europa abbiamo tre paesi insulari e altri, in particolare l’Italia, è peninsulare. Questi paesi fanno largo affidamento sulle connessioni sottomarine”.

La mappa dei cavi comprende infrastrutture come ad esempio Blue Med, che connette Genova a Tel Aviv operata da Sparkle, ma anche altri cavi che connettono l’Africa con il nostro continente e poi “i cavi nel Baltico, un’area geografica sempre più strategica – aggiunge Accordino – anche oggi c’è stato un incidente in quell’area, che sempre più spesso è teatro di attacchi alle infrastrutture sottomarine”.

Per quanto riguarda il programma Connecting Europe Facility (Cef), Accordino precisa che si basa su alcuni punti centrali: “La proprietà è europea – dice – e anche le componenti tecnologiche devono essere made in Europe.Lo stesso deve valere anche per i cavi smart e multiuso ed è importante approcciare questo mondo in modo olistico, compresa anche la manutenzione che è una necessità inderogabile, alla luce della crescente incidenza di incidenti cui si assiste negli ultimi tempi”.

E’ importante poi tenere conto che la grande parte degli investimenti è privata. “Il pubblico interviene in casi di fallimento di mercato – aggiunge Accordino – tenuto conto che abbiam da poco costituito un gruppo di lavoro per fare un mapping Ue dei cavi. L’obiettivo è arrivare ad una lista di cavi di interesse europeo per essere implementati nel programma CEF, in continua collaborazione con la direttiva NIS2 e CER”.

L’obiettivo è arrivare ad un sistema di etichettatura comune europeo, con caratteristiche di sicurezza ben chiare.

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