Dopo Silvio, il diluvio. E invece, contro ogni pronostico, la creatura politica di Berlusconi è sopravvissuta al proprio creatore. Forza Italia è il lascito a cui più teneva il Cavaliere, quell’eredità politica e culturale che è rimasta fuori dal testamento di famiglia ma dentro la storia del “Paese che amava”.
Lo ha confermato lo stesso Berlusconi nelle quattro pagine scritte la sera prima di andarsene e consegnate alla figlia Marina quando entrambi erano consapevoli che sarebbero state le ultime parole scritte dal Cavaliere. Poche righe, molte correzioni, una scrittura incerta ma un messaggio lucido: il suo amore sconfinato per la creatura che ha fondato sui valori in cui credeva, quella Forza Italia cui ha dedicato gli ultimi trent’anni della propria vita.
E forse proprio questo testamento, più di quello con cui si sono spartiti un impero economico, ha convinto Marina e Piersilvio a proteggere e coltivare l’eredità politica del padre. E i risultati ottenuti da Forza Italia alle ultime elezioni hanno contribuito a sostenere, o addirittura rilanciare, le ambizioni del partito dei Berlusconi.
La conferma è stata la recente presentazione dei palinsesti Mediaset. Evento fino all’anno scorso riservato a pochi addetti ai lavori, è sembrato quest’anno una sorta di prova generale per la discesa in campo di Piersilvio. Per la prima volta Dudi, come amava chiamarlo l’adorato papà, non si è limitato a parlare di programmi e ascolti televisivi ma è sceso mani e piedi nell’arena politica.
Tanto per cominciare ha assestato due colpi al segretario della Lega Matteo Salvini, criticando apertamente sia le modalità con cui è stato intitolato l’aeroporto milanese di Malpensa a suo padre Silvio Berlusconi, sia la proposta leghista di aumentare gli spazi pubblicitari sulla Rai, cosa che danneggerebbe Mediaset di cui è ancora amministratore delegato.
E come se non bastasse a chiarire l’intenzione di entrare a gamba tesa sulla scena politica, Piersilvio si è messo a pungolare il segretario del “suo” partito, Antonio Tajani, invocando la necessità di una “Forza Italia di sfida” contrapposta a quella attuale di “resistenza”. Non proprio una carezza a chi, nel bene o nel male, ha tirato la carretta nel dopo Silvio ma che ormai, a detta dei Berlusconi, è troppo schiacciato sulle posizioni di Fratelli d’Italia.
Ma il tema della leadership sta proprio al centro dei pensieri della famiglia Berlusconi, che sempre più si sta convincendo della necessità di un partito nuovamente protagonista della politica italiana ed europea. E se di futuri leader all’interno di Forza Italia non c’è nemmeno l’ombra, ecco che Piersilvio si vede costretto a raccogliere l’eredità politica del padre e a prepararsi anche lui a una prossima discesa in campo.
È chiaro che un Berlusconi alla guida di Forza Italia spariglierebbe le carte non solo nell’attuale assetto del centrodestra, ormai obsoleto, ma nell’intero scenario politico italiano. Non a caso la stessa Marina ha candidamente ammesso di sentirsi più in sintonia con la sinistra di buon senso quando si parla di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, rispetto all’orientamento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
E sarà un caso, ma poco dopo le dichiarazioni di Piersilvio e Marina, Matteo Renzi ha fatto un repentino cambio di rotta, spiazzando gli stessi dirigenti del suo partito, ed è corso ad abbracciare Elly Schlein in occasione della partita del cuore. Un netto riposizionamento a sinistra nel caso in cui si dovesse chiudere ogni spazio elettorale fra i moderati di centrodestra su cui aveva puntato alle ultime europee. E se due indizi sono una coincidenza, tre ne fanno una prova.