Si è svolto nei giorni scorsi a Stoccolma il secondo Sustainable Transport Forum, evento mondiale dedicato alla mobilità e ai trasporti sostenibili nell’era della decarbonizzazione. È dai trasporti che proviene un terzo circa delle emissioni inquinanti, soprattutto in città, quota che però si innalza rapidamente e supera l’80% delle emissioni se parliamo di PM10 e PM2,5.
Un dato inequivocabile, di cui sono bene a conoscenza tutti gli attori del settore e che preoccupa ormai ricercatori, amministratori e cittadini. Secondo gli ultimi dati diffusi a maggio dall’Organizzazione mondiale della sanità, sono più di 7 milioni l’anno i decessi prematuri dovuti all’inquinamento in città (24% dei decessi dovuti a malattie cardiache, il 25% di quelli legati a ictus, raggiungendo il 29% nel caso di tumori ai polmoni e addirittura il 43% per la broncopneumopatia cronica ostruttiva), dove 9 persone su dieci in tutto il mondo respirano ormai aria avvelenata.
I partecipanti alla manifestazione si sono detti d’accordo a lavorare assieme ad una road map per i trasporti e la mobilità 100% green e in tempi relativamente brevi: “Siamo convinti che entro il 2050 potremo realizzare un sistema di trasporto privo di carburanti fossili per raggiungere l’obiettivo dell’accordo di Parigi”, ha dichiarato alla platea del Centro congressi Aripelag della Capitale svedese Henrik Henriksson, presidente e ceo di Scania (Gruppo Volkswagen).
“Possiamo ridurre di oltre il 20% le emissioni di CO2 rendendo il sistema di trasporto più smart, migliorando per esempio la pianificazione delle rotte e ottimizzando la gestione dei carichi”, ha precisato Henriksson, secondo quanto riportato dal quotidiano Il Giornale.
“Ci sono diversi carburanti e forme di alimentazione alternativi che ci consentiranno di dare vita a un sistema di trasporto libero da combustibili fossili. I biocarburanti sono la soluzione più immediata per ridurre le emissioni di CO2, l’elettrificazione è la via più efficace dal punto di vista economico”.
A tal proposito, la scorsa settimana, è nata in Italia “Motus-E”, un’associazione senza scopo di lucro fondata da ALD Automotive Italia, Enel X, ABB, Volkswagen Group Italia, Allianz, Cobat (Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo) e Politecnico di Milano.
Obiettivo dell’associazione è favorire il cambiamento (motus) attraverso una forte sinergia tra operatori del settore, mondo accademico, filiera industriale, consumatori e movimenti di opinione, in un contesto in cui le tecnologie e la trasformazione digitale hanno un ruolo abilitante per l’intero comparto.
Secondo stime UNRAE, oggi i modelli di auto elettriche a batteria immessi sul mercato italiano rappresentano lo 0,16% dell’offerta, mentre il circolante complessivo delle auto elettriche si attesta sulle 11.500 unità.
Al contempo, si osserva che la penetrazione sul territorio nazionale di punti di ricarica pubblici, appena 4.200 contro gli oltre 22.000 della Germania, risulta assolutamente insufficiente. Si pensi anche alla proporzione tra punti di ricarica e abitanti, 1 ogni 14.000 in Italia contro 1 ogni 1.660 nei Paesi Bassi.
Tesla ha annunciato per l’Italia la realizzazione di altre 22 stazioni Supercharger entro il 2019 (13 entro la fine di quest’anno), portandole così a 51 in totale, che consentono di ricaricare completamente la batteria dell’auto in circa 30 minuti (0,24 euro/kWh).
Oggi ci sono 29 stazioni di ricarica Tesla attive nel nostro Paese.
Sempre in Italia, a Torino, secondo quanto riportato da Torino Today, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione in Consiglio comunale, primo firmatario Aldo Curatella, “per attuare delle azioni incentivanti che consentano la richiesta diretta di installazione da parte del cittadino o degli operatori economici prevedendo esonero dal pagamento degli oneri di occupazione suolo pubblico viste le ricadute positive sulla Città anche dal punto di vista ambientale”.
Una misura utile a promuovere e favorire la mobilità elettrica privata in città, sfruttando gli sgravi offerti dall’amministrazione pubblica, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e della vita dei cittadini.
A livello mondiale, il mercato della mobilità elettrica (eMobility) passerà dai 25,6 miliardi di dollari del 2016 ai 62,2miliardi di dollari stimati da Navigant Research in uno studio dell’anno passato.