Poco meno di 14 giorni. È questo il tempo che il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha impiegato per adeguarsi alle sentenze n° 0778/2022 e n° 0780/2022 con cui il Consiglio di Stato ha sancito la nullità parziale del Decreto del Presidente della Repubblica n. 146 del 2017, con cui erano stati definiti i criteri di riparto e le procedure di erogazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche locali.
Per ora l’adeguamento ha riguardato soltanto le graduatorie direttamente interessate dalle sentenze che, lo ricordiamo, sono riferite agli anni 2016 e 2017. Non ancora, dunque, il terremoto di cui avevamo parlato su queste stesse pagine (Tv locali, terremoto dal Consiglio di Stato. Ora la patata bollente al MiSE), ma sicuramente una preoccupante scossa che è stata avvertita, in profondità, nei bilanci, già difficili, delle emittenti locali interessate.
Analizzando con un poco di pazienza il decreto del 22 settembre 2022, con cui il MiSE, a firma dell’avvocato Francesco Soro, ha pubblicato le nuove graduatorie (TV COMMERCIALI 2016 – REVISIONE IMPORTI – 22.09.2022.xlsx; TV COMMERCIALI 2017 – REVISIONE IMPORTI – 22.09.2022.xlsx), è facile individuare non soltanto i vincitori e vinti, ma anche, e soprattutto, la misura delle vincite e delle perdite.
Ride, anzitutto, il promotore del ricorso, quel Gianni Tanzariello che è il patron di Canale 7 e che, grazie alle due sentenze, è ormai assurto al ruolo di Robin Hood dell’emittenza locale più tribolante, saldamente posizionata in fondo alle graduatorie per l’erogazione dei contributi; e ciò a causa, alternativamente o cumulativamente, dei pochi dipendenti o giornalisti assunti, delle esigue o nulle spese per investimenti in innovazione e dei ridotti ascolti Auditel, ove esistenti. La sua Canale 7 incasserà la bella somma di 541.000 euro, che immaginiamo sia pronto a investire in giovani professionisti e in contenuti che assicurino la qualità dell’informazione.
E così, grazie all’azione giudiziaria posta in essere da Tanzariello, oltre 438.000 euro finiranno nella casse della GTV Audiovisivi, la società che storicamente fa capo a Mariano Amici, il medico no-vax che qualche mese fa ha annunciato su La7 la sua discesa in politica (Mariano Amici, il medico no vax sospeso: “Ho deciso che scenderò in politica, cacciamo le … – YouTube). E sempre alla galassia di Amici perverranno altri 362.000 euro tramite la Centro produzione servizi s.r.l. di cui nel 2020 la Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha autorizzato l’acquisizione del controllo esclusivo del capitale sociale da parte della società Amici Holding S.r.l.
Degni di nota anche i quasi 490.000 euro destinati a Sardegna TV, un’emittente sarda per cui è stato dichiarato il fallimento dal Tribunale di Cagliari in data 21 aprile 2021 (Trib/ CA-FL 45-2021 sentenza.pdf), oppure i circa 430.000 euro per Sestarete, che in Piemonte ospita Amici Animali TV, o ancora i quasi 740.000 euro che consentiranno a ReteSole, in Lazio come in Umbria, di investire per competere con le principali emittenti televisive regionali, potendo finalmente abbandonare quell’attitudine alle repliche che ne caratterizza i palinsesti (Lunedì – Retesole).
A rimetterci le emittenti più note, tra cui spiccano, senza ombra di dubbio, le emittenti del gruppo pugliese che edita Telenorba, appartenente alla dinastia dei Montrone, che dovrà restituire al Ministero oltre 1 milione e 200.000 euro. Così come oltre 630.000 euro dovranno essere restituiti dalla Telecity s.r.l., cui fanno capo due delle principali emittenti piemontesi e lombarde. Analoga sorte tocca a Videolina, storico e immarcescibile marchio dell’emittenza locale sarda, che sarà costretta a restituire circa 350.000 euro.
Potremmo andare oltre, ma per ora preferiamo fermarci qui, attendendo quale sarà la decisione del Ministero dello Sviluppo Economico a proposito delle graduatorie relative ai successivi anni 2018, 2019, 2020 e 2021, che, se modificate, produrrebbero il definitivo sconquasso dell’emittenza locale. Da quanto ha appreso Key4Biz, presso le associazioni di settore maggiormente rappresentative, l’esito non è scontato. Vi terremo aggiornati.