Focus sulla pirateria audiovisiva in Italia, i dati
Gli atti di pirateria audiovisiva compiuti nel nostro Paese sono in considerevole diminuzione, ma non tutti assieme e non in tutte le tipologie. Gli ultimi dati illustrati da Ipsos per conto di FAPAV, Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali, ci ricordano e ci confermano quanto la pirateria audiovisiva rimanga sempre una spina nel fianco dell’industria dei contenuti audiovisivi, con inevitabili conseguenze per il sistema economico ed occupazionale del nostro Paese.
I nuovi trend sono stati presentati in occasione del live webinar organizzato dalla Federazione e trasmesso dalla Casa del Cinema di Roma, dal titolo “Focus speciale FAPAV/Ipsos sulla pirateria audiovisiva in Italia. Gli effetti della pandemia sul settore audiovisivo e le strategie per la ripartenza”.
RIVEDI IL WEBINAR FOCUS SPECIALE FAPAV/IPSOS SULLA PIRATERIA AUDIOVISIVA IN ITALIA
Una serie di rilevamenti dettagliati e puntuali che consentono di comprendere cosa è accaduto nell’arco di 12 mesi e cosa sta accadendo in termini di sistema e di scenario nazionali ed internazionali.
@fbagnolirossi commenta la ricerca @FAPAV_IT @IpsosItalia: “L’industria audiovisiva ha dimostrato la capacità a contrastare la #pirateria sia sempre con nuovi modelli di business sia con un’innovativa offerta legale all’interno dell’ecosistema digitale”. pic.twitter.com/W6rPivUKPV
— Key4biz (@Key4biz) July 12, 2021
Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale della FAPAV, ha dichiarato che quanto è emerso dalla rilevazione Ipsos “conferma l’eccezionalità del primo lockdown in termini di consumi illeciti ed evidenzia la necessità di sostenere al massimo l’industria audiovisiva in questa fase di ripartenza, con l’obiettivo di rafforzare le azioni di tutela, per garantire una solida base di regole certe a sostegno dell’intera filiera”.
“L’industria audiovisiva ha in quest’ultimo anno attuato nuovi e sempre più innovativi modelli di business per ampliare l’offerta legale. Di fronte a questo scenario, non è più rinviabile la collaborazione fattiva di tutti i soggetti che operano sul web a vario titolo e che devono essere responsabilizzati al fine che si possa operare in un ambiente digitale che sia realmente competitivo per chi investe nella produzione e distribuzione dei contenuti audiovisivi”, ha aggiunto Bagnoli Rossi.
Voglia di normalità degli italiani
@NPagnoncelli illustra la ricerca @FAPAV_IT @IpsosItalia su #pirateria audiovisiva in Italia: “Nell’ultimo anno pirateria al 38% in linea con i dati pre-pandemia del 2019. Ma 30% degli intervistati ha sottoscritto nuovo abbonamento a piattaforme legali di contenuti audiovisivi”. pic.twitter.com/AZmGNBz1cw
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I dati del focus sono stati illustrati da Nando Pagnoncelli, Presidente Ipsos Italia, secondo cui: “Gli italiani guardano al futuro con crescente ottimismo, il sentiment generale è tornato ai livelli di due anni fa e oltre un italiano su quattro intravede prospettive economiche positive nei prossimi 6 mesi”.
“La ricerca di quest’anno evidenzia che anche a livello culturale c’è voglia di tornare alla normalità pre-pandemica e ricominciare a ‘vivere’ il cinema in prima persona, ma d’altro canto la pandemia appare aver lasciato anche alcune buone abitudini casalinghe: quasi un terzo degli italiani ha sottoscritto nell’ultimo anno (dall’inizio della pandemia) almeno un abbonamento (legale) a servizi audiovisivi. Al contrario, sul fronte dell’illegalità, dopo la fortissima crescita degli atti illeciti di pirateria audiovisiva rilevata durante il lockdown dello scorso anno, la situazione tende a tornare ai livelli pre-pandemici”, ha affermato Pagnoncelli.
Far ripartire l’industria audiovisiva da legalità e rispetto delle regole
Per assicurare una ripartenza veloce all’industria audiovisiva e cinematografica italiana bisogna da un lato dispiegare le migliori strategie di contrasto, coinvolgendo tutti gli attori del settore, dall’altro ribadire la centralità del rispetto delle regole.
“È prioritario non abbassare la guardia e porre al centro delle strategie di ripartenza il tema della legalità”, ha spiegato Bagnoli Rossi: “A tal proposito sono numerose le tematiche sui tavoli istituzionali nazionali ed europei”.
“Sul fronte nazionale va posta la massima attenzione all’implementazione della Direttiva Copyright nel nostro ordinamento ed è necessario altresì che avanzi l’iter relativo alle proposte di legge in tema di antipirateria, ora calendarizzate”, ha aggiunto il Segretario Generale della FAPAV.
“Sul fronte europeo, invece, è centrale la discussione intorno al Digital Services Act, che rappresenta una grande occasione per rafforzare le azioni e gli strumenti di tutela dei contenuti sul web. Affinché questa opportunità non venga persa ci sono alcuni aspetti decisivi che devono essere potenziati: la responsabilizzazione di tutti i soggetti che operano sul web e il contrasto all’anonimato di chi agisce illegalmente su internet. In merito a quest’ultimo punto, ci auguriamo che l’approccio KYBC – Know Your Business Customer possa essere esteso a tutti gli intermediari e non solo ai marketplace”, ha precisato Bagnoli Rossi.
I dati del focus sulla pirateria audiovisiva in Italia durante il lockdown e dopo
L’indagine ha mostrato quanto la crescita esponenziale degli atti illeciti registrata durante il periodo del primo lockdown 2020, approssimativamente 243 milioni di atti di pirateria nel nostro Paese, sia stata una vera e propria anomalia storica.
Nell’ultimo anno, infatti, tali atti sono diminuiti a 57 milioni, non solamente un dato di molto inferiore rispetto a 12 mesi prima, ma anche rispetto al 2019 (quando furono 69 milioni in totale).
Calata anche l’incidenza della pirateria, che è passata dal 40% di marzo/aprile 2020, quindi in pieno lockdown, al 38% dello stesso periodo del 2021, in linea con il dato del 2019 (37%).
Dicevamo di una diminuzione complessiva degli atti di pirateria e del fenomeno nel suo insieme, ma anche del fatto che tale trend positivo non è stato omogeneo, perché in alcuni casi si sono avuti degli aumenti.
La pirateria delle trasmissioni sportive live è passata dal 10% del 2019 al 14% del bimestre medio post-quarantena. Diminuiscono ad esempio le azioni di pirateria su film e serie tv/fiction, del 5-6% nel primo caso e del 4% nel secondo, ma crescono in proporzione quelle che prendono di mira i programmi televisivi, aumentate cresciute di qualche punto percentuale dal 2019 ad oggi.
Le IPTV pirata
Anche in termini di canali utilizzati per accedere ai contenuti audiovisivi e cinematografici piratati se da una parte diminuiscono coloro che scaricano e che vedono tali contenti in streaming, dall’altra sono in forte crescita le IPTV illegali.
Come ha spiegato Pagnoncelli, nel 2019 i fruitori di IPTV illegali erano il 10% della popolazione italiana, negli ultimi 12 mesi l’incidenza è al 21%, ovvero quasi 11 milioni di persone hanno dichiarato di aver utilizzato almeno una volta le IPTV illecite per la visione di film, serie/fiction, programmi tv ed eventi sportivi live. Di questi, circa 2 milioni hanno inoltre affermato di possedere un abbonamento illegale.
Cresce forte anche l’offerta legale online
Tutti, tutti pirati? Assolutamente no. In Italia, più che nel resto d’Europa, si è registrato un incremento costante di nuovi utenti paganti di piattaforme legali di distribuzione di contenuti audiovisivi e cinematografici.
Il 30% degli intervistati ha dichiarato di aver sottoscritto negli ultimi dodici mesi un nuovo abbonamento a piattaforme legali che distribuiscono opere audiovisive. Anche questo è un trend che si conferma dall’anno passato e che continua a segnare uno spartiacque tra un prima e un dopo il Covid-19.
Cresce anche il numero di coloro che vorrebbero tornare al cinema, nelle sale cinematografiche di tutto il Paese. Un desiderio condiviso dal 39% degli intervistati.
In generale, l’indagine ha anche registrato una grande passione del pubblico nostrano per le opere audiovisive e cinematografiche: “durante il lockdown il 52% degli italiani ha dedicato più tempo della propria giornata alla fruizione di film, serie/fiction, programmi tv e sport live, tendenza che si è confermata anche successivamente pur se in percentuale minore (38%)”, si legge nei dati ufficiali dello studio condotto da FAPAV e Ipsos.