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Fisco, Poste Italiane ammessa all’Adempimento Collaborativo

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Ammessa anche la controllata Poste Vita. L'ad Del Fante: 'Poste è consapevole del proprio ruolo strategico nel raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile e agisce da sempre nel rispetto dei valori di onestà, correttezza e osservanza della normativa'.

Poste Italiane e la controllata Poste Vita sono state ammesse al regime di Adempimento Collaborativo con l’Amministrazione finanziaria, imprimendo così una ulteriore accelerazione nelle politiche di trasparenza in materia fiscale.

La misura, spiega una nota del gruppo, punta ad aumentare il livello di certezza sulle questioni fiscali rilevanti mediante un’interlocuzione costante e preventiva sulle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali.

“Con l’ingresso nel regime di Adempimento Collaborativo – ha osservato l’Amministratore Delegato Matteo Del Fanteviene riconosciuto ancora una volta lo sforzo prodotto dalla nostra azienda per il rafforzamento del sistema di governance in linea con la strategia di sostenibilità definita. Poste Italiane è consapevole del proprio ruolo strategico nel raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile e agisce da sempre nel rispetto dei valori di onestà, correttezza e osservanza della normativa tra cui anche quella tributaria, nella consapevolezza che il gettito derivante dai tributi costituisce un’importante contributo allo sviluppo economico e sociale. L’ammissione all’Adempimento Collaborativo è un’ulteriore conferma dell’efficacia delle azioni realizzate dall’azienda negli ultimi anni sul proprio sistema di controllo interno, finalizzate ad assicurare efficienza, trasparenza e piena accountability ai processi aziendali”.

Il riconoscimento giunge al termine della positiva valutazione condotta dall’Agenzia delle Entrate sul “Tax Control Framework” delle società, che comprende il sistema di rilevazione, gestione, controllo e mitigazione del rischio fiscale.

Cos’è il regime di “adempimento collaborativo”

Il regime di “adempimento collaborativo” è stato istituito con il decreto legislativo 5 agosto 2015, n. 128 (“Disposizioni sulla certezza del diritto nei rapporti tra fisco e contribuente, in attuazione degli articoli 5, 6 e 8, comma 2, della legge 11 marzo 2014, n. 23”).

Consente di ridurre il rischio di operare in violazione di norme di natura fiscale o in contrasto con i principi o con le finalità dell’ordinamento tributario, attraverso l’interlocuzione costante e preventiva tra il contribuente e l’Agenzia delle Entrate: questa collaborazione, che si può sviluppare anche mediante controlli preventivi, permette una comune valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali e offre la possibilità di risolvere anticipatamente le potenziali controversie.

I soggetti che intendono aderire al regime di adempimento collaborativo devono essere in possesso, alla data di presentazione della domanda, di un efficace sistema di controllo del rischio.

L’articolo 6 del decreto prevede diversi effetti di natura premiale per le imprese che aderiscono al regime, come ad esempio:

  • la procedura abbreviata di interpello preventivo nell’ambito della quale l’Agenzia delle entrate si impegna a rispondere ai quesiti delle imprese entro quarantacinque giorni decorrenti dal ricevimento dell’istanza o della eventuale documentazione integrativa richiesta;
  • l’applicazione di sanzioni ridotte alla metà, e comunque in misura non superiore al minimo edittale, con sospensione della riscossione fino alla definitività dell’accertamento, per i rischi comunicati in modo tempestivo ed esauriente, laddove l’Agenzia delle entrate non condivida la posizione dell’impresa;
  • l’esonero dal presentare garanzie per i rimborsi delle imposte dirette ed indirette per tutto il periodo di permanenza nel regime fiscale inserito nel contesto del sistema di governo aziendale e di controllo interno.

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