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Fintech, se Amazon e Facebook ti fanno da banca

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La nuova regolazione bancaria PSD2 in vigore dal 13 gennaio consentirà ai grandi player del web di accedere ai dati sui conti bancari degli utenti e di entrare in concorrenza diretta con le banche sui pagamenti.

La riforma normativa in ambito bancario in arrivo nel 2018 con la nuova direttiva europea PSD2, che entra in vigore il 13 gennaio, promette di cambiare in maniera radicale il mondo del banking e dei pagamenti. Nel 2018 le banche dovranno condividere i dati dei loro clienti, ovviamente su loro richiesta e previo consenso, con gli OTT, i grandi player della rete i cosiddetti GAFAM (Google, Amazon, Facebook, Apple Microsoft) e pure con i loro confratelli cinesi i BAT (Baidu, Alipay, Tencent). Una rivoluzione che implica l’ingresso dei grandi player della rete nel mercato del credito e nell’arena delle banche.

Non banche che, su richiesta degli utenti, effettuano servizi bancari.

 

PSD2 in vigore dal 13 gennaio nella Ue

Dal 13 gennaio nella UE entra in vigore la PSD2, la Payment Services Directive, che ha l’obiettivo di creare un nuovo modello della cosiddetta “open bank”. La banca aperta che piace alla Ue e che sta diventando realtà anche nel Regno Unito con una regolamentazione in tal senso consiste nel consentire agli istituti di credito di condividere informazioni dei clienti, su autorizzazione degli stessi, a terze parti, con l’obiettivo di accrescere la concorrenza e di creare, quindi, nuove opportunità in favore della clientela.

Pagamenti via chat

Una bella gatta da pelare per le banche tradizionali perché le “non banche” sono più attrezzate per i pagamenti peer to peer e per l’mPayment, bastino qui gli esempi di Paym nel Regno Unito, che consente di pagare via smartphone con il semplice utilizzo del numero di cellulare del destinatario, di Venmo negli Usa, un free wallet per condividere pagamenti con gli amici, o Facebook Messenger, che nel Regno Unito è pronto per i pagamenti via chat.

Pagamenti diretti

Insomma, a partire da gennaio le banche piano piano cominceranno a condividere con i big della rete i dati sui conti dei loro clienti e i big della rete cominceranno a effettuare pagamenti a loro nome, senza bisogno di intermediazioni da parte delle banche. Di fatto, se un cliente Amazon vorrà pagare un mese di abbonamento a Prime potrà farlo direttamente tramite Amazon. Il cliente non dovrà accedere alla app della banca, non dovrà inserire il suo numero di conto e né autenticarsi per la transazione, perché sarà Amazon stessa a chiudere la transazione in automatico. In futuro, sarà quindi possibile dare 10 euro al tuo amico via WhatsApp semplicemente digitando “+10 euro” in chat.

Sfida Fintech

L’avvento del fintech è quindi una grossa sfida alle banche tradizionali, perché la maggior parte delle interazioni che hanno con i clienti riguardano pagamenti. Se i pagamenti non passano più per la banca, la banca perde il bene più prezioso di cui dispone, cioè il rapporto diretto con il cliente e soprattutto i dati sul suo profilo di pagamento e di rischio.

Il valore dei dati

Senza i dati dei clienti le banche perdono il patrimonio dei dati dei clienti, che al contrario piano piano passa in mano ai grossi player della rete. Ma cosa se ne farà ad esempio Google di questi dati? In primo luogo, potrà utilizzarli a scopi pubblicitari, sfruttando le informazioni bancarie degli utenti, che non saranno più nella disponibilità esclusiva della banca. E’ per questo che le banche tradizionali, per non disperdere il loro patrimonio basato finora sul rapporto diretto ed esclusivo con i clienti, dovranno fare un netto salto di qualità tecnologico nel prossimo futuro, da costruire sull’identità, la fiducia e la reputazione.

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