Nei prossimi tre anni in Italia l’industria del risparmio gestito conoscerà una crescita media annua del 5,5%, passando da un patrimonio gestito di 1.943 miliardi nel 2016 a un mercato asset under management di circa 2500 miliardi di euro nel 2020.
È quanto calcolato da PwC nello studio “L’industria dell’Asset Management nel 2020”, focalizzata sui driver strategici che supporteranno i player del risparmio gestito. Tra questi il settore robot-advisory (o robo-advisory).
Il robo-advisor è in sostanza una specie di consulente virtuale, una macchina al nostro fianco, che sfruttando innovativi algoritmi matematici applicata alla finanza, offre soluzioni di investimento altamente personalizzate, calibrate sulle nostre esigenze e gli obiettivi che ci siamo posti, proponendo prodotti finanziari adeguati, suggerendo mosse sul mercato e indicando periodiche riorganizzazioni del portafoglio investimenti.
Lo scenario prospettico per il 2020, si legge nel Rapporto, vede il consolidamento di tale incremento, seppur ad un ritmo più moderato, legato al grande potenziale di crescita delle masse gestite: solo il 30% delle attività finanziarie delle famiglie italiane è oggi gestito, contro una media europea del 41%. A tale opportunità l’industria del wealth management dovrà rispondere con nuovi modelli di servizio e nuove soluzioni.
Tra questi certamente i nuovi modelli digitali, le tecnologie fintech e gli strumenti analitici. Tutte soluzioni per una più efficiente gestione dei costi – riducendo il cost-to-serve per il segmento retail servito con strumenti di robo advisory – ed una rimodulazione della propria offerta, evidenziano nel documento gli esperti, includendovi soluzioni rivolte alla clientela più giovane, con forte propensione alla gestione diretta dei propri investimenti.
Tecnologie digital based che consentiranno una gestione più dinamica della clientela esistente, nonché l’incremento della base clienti, estendendola a quelli non fidelizzati da altre banche. Per esempio, un aspetto che sarà profondamente innovato per PwC è la comunicazione con la clientela, resa più interattiva, più immediata e più conveniente, con una riduzione dei costi operativi ed una più efficiente gestione del rischio operativo.
Una recente indagine Legg Mason ha stabilito che il 21% degli italiani si affida proprio a un robo advisor per avere una consulenza (dietro gli USA al 27%, meglio di Spagna al 17%, di Francia e Germania all11%), mentre il 22% scarica anche applicazioni dedicate al settore e il 32% si informa tramite blog specializzati.
Nel 2020 gli asset gestiti direttamente da robo-advisor negli Stati Uniti saranno pari ad un valore di circa 1,1 miliardi di dollari, contro i 200 milioni del 2016: “Tecnologia, regolamentazione, la generazione dei millenial e l’invecchiamento della popolazione spingeranno i wealth manager a puntare su soluzioni personalizzate e digitali, su servizi ad alto valore aggiunto come corporate, art e real estate advisory”, ha commentato Mauro Panebianco, Partner di PwC e AWM Consulting Leader Italy.
Proprio i clienti più giovani, abituati a essere continuamente online e a gestire consumi e investimenti da remoto, si legge in un articolo de Il Sole 24 Ore, potranno beneficiare delle “Robo GP”, un servizio di gestione automatizzato, nella logica innovativa dei “robo advisor”, con cui si forniscono servizi di digital wealth management o di consulenza finanziaria online in modo automatizzato a seconda delle esigenze del risparmiatore.
Secondo Statista, in tutto il mondo, saranno 96 milioni i risparmiatori che si rivolgeranno ad un robo-advisor nel 2021. Già alla fine di quest’anno, invece, il valore asset medio a persona dovrebbe arrivare a superare i 18 mila dollari.