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Fibra ottica: si riapre il minuetto Telecom-Metroweb

Cables of optical fibre of Telecom Italia

Cables of optical fibre of Telecom Italia

Dopo lo scossone dato da Vivendi all’assemblea Telecom Italia di due giorni fa e che ha monopolizzato l’attenzione degli osservatori non solo italiani, si torna (finalmente) a parlare di investimenti e strategie e rispunta l’ipotesi di una possibile collaborazione con Metroweb per portare la banda ultralarga in 250 comuni.

Un piano, ovviamente, ancora tutto in divenire e su cui al momento sono impegnati i tecnici, ma i cui primi riscontri sono “positivi”, ha affermato il presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Claudio Costamagna.

Al momento, ha spiegato, “Telecom e Metroweb stanno lavorando a un piano industriale per vedere se ha senso lavorare insieme su una infrastruttura che riguarderà 250 comuni”.

Se i risultati di questo lavori saranno buoni, “ci siederemo al tavolo con Telecom per decidere come collaborare insieme”.

Quanto alla possibilità di interventi sulla struttura azionaria “potrebbero esserci o anche no” ha detto Costamagna, in risposta alle indiscrezioni secondo cui la CDP potrebbe conferire Metroweb in Telecom Italia in cambio di una partecipazione azionaria nell’ex monopolista, che vedrebbe così rientrare lo Stato nel capitale, seppure con una quota pari all’incirca il 3% (tanto varrebbe tutta la società della fibra, controllata al 46% dalla CDP).

Costamagna, che nelle scorse settimane avrebbe avuto un incontro con l’ad di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, ha ribadito che Metroweb sta parlando con tutti gli operatori e anche con Enel per le zone a fallimento di mercato (i cosiddetti cluster C e D).

Un dialogo volto a capire “con quale struttura possiamo mettere al meglio a disposizione le competenze tecniche di Metroweb e quelle finanziarie della Cassa per creare” le infrastrutture a banda ultralarga nel più breve tempo possibile, così da “favorire al massimo il piano del governo… e valorizzare la nostra partecipazione in Metroweb che è piccola ma ha grandi competenze”.

Nel piano industriale 2016-2020 presentato oggi, la Cassa Depositi e Prestiti prevede di mobilitare risorse per 24 miliardi (+23% rispetto a quanto fatto nel quinquennio precedente) a supporto della realizzazione di reti fisiche e digitali, di nodi infrastrutturali strategici (porti, aeroporti) e dell’ammodernamento delle infrastrutture esistenti, incentivando l’utilizzo del partenariato pubblico privato.

La banda larga rientra appunto nel novero delle “infrastrutture sulle quali mettiamo a disposizione la nostra capacità per poterla finanziare e realizzare” ha sottolineato quindi Costamagna.

Si avvia intanto alla scadenza (la seconda) del 31 dicembre la lettera d’intenti tra Metroweb e gli operatori alternativi. In vista della deadline sarebbe stato fissato per martedì prossimo un incontro tra le parti – Vodafone Italia e Wind da un lato e F2i ed FSI dall’altro – per fare il punto sulla possibilità di uno sviluppo congiunto degli investimenti nell’ambito del piano governativo.

Piano governativo che sarebbe anche fra le priorità di Vivendi: nei giorni scorsi, prima dell’affondo in assemblea, de Puyfontaine aveva infatti sottolineato che “Telecom Italia ha bisogno di un’unità di comando tra il board, il suo presidente e l’equipe dei manager per potere realizzare progetti chiave per il Paese. Primo fra tutti, la banda larga, un tema sul quale siamo allineati con il governo di Matteo Renzi”.

Ma come si districherà la matassa è ancora tutto da vedere perché Telecom, finora, si è mostrata allergica ai condomini litigiosi e non ha mai voluto sedersi a un tavolo che avesse come tema lo sviluppo congiunto della fibra ottica.

Cambierà qualcosa con l’ingresso di Vivendi?

Un ingresso su cui finora il Governo ha taciuto. A tal proposito si è espresso oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per dirsi “rispettoso” di scelte che non sono di sua competenza visto che “Telecom Italia è un operatore privato”.

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