Mentre l’Ad e il presidente di Telecom Italia, Flavio Cattaneo e Giuseppe Recchi, volavano in Brasile per seguire da vicino la stesura del piano di ristrutturazione della controllata Tim Brasil, i Ceo di altri grandi gruppi tlc europei si recavano a Bruxelles al tavolo del Commissario antitrust Margrethe Vestager a chiedere, ancora una volta, regole in grado di garantire innovazione e investimenti, necessari per “rispondere alla crescente domanda di connettività ultraveloce e servizi innovativi”.
Gli ex monopolisti, in sostanza, vorrebbero maggiore libertà nella gestione (soprattutto economica) delle loro reti in fibra ottica – la cosiddetta ‘vacanza regolamentare‘ – così da poter avere più margine di manovra nel fissare i prezzi per l’accesso alle loro reti.
Le telco sperano di poter approfittare della riforma della regolamentazione in materia di telecomunicazioni che la Ue si appresta a varare nell’ambito della strategia per il mercato unico digitale. Tra le varie misure previste, oltre alla definizione di norme comuni sullo spettro radio e per garantire condizioni di concorrenza eque per tutti gli operatori del mercato, ci sono anche quelle dovrebbero dare una scossa agli investimenti nella banda larga ad alta velocità, fissa e mobile.
La Ue, in sostanza deve riuscire a trovare un equilibrio tra le richieste degli ex monopolisti e quelle dei loro competitor. Questi ultimi chiedono norme ferree a tutela della concorrenza, l’unica forza, dicono, in grado di contenere i prezzi. E allentare gli obblighi di ‘apertura’ delle infrastrutture in capo agli incumbent sarebbe dannoso proprio per quella concorrenza che la Commissione difende strenuamente, anche continuando a bloccare le fusioni nel settore.
La richiesta degli ex monopolisti non è certo nuova: già nel 2011 avevano chiesto all’allora Commissario Neelie Kroes un alleggerimento delle regole attuali, concepite proprio per evitare che le telco con ‘significativo potere di mercato’ abusassero della loro posizione per strozzare la concorrenza.
Il loro obiettivo, certo, non è la cosiddetta vacanza regolamentare, ma il rilancio degli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda. Le regole attualmente in vigore, a loro dire, disincentivano gli investimenti perché non consentono un adeguato ritorno economico.
Ci aveva provato la Germania con disposizioni contenute nella legge nazionale sulle tlc del 2007 che avrebbero garantito all’ex monopolista Deutsche Telekom di rafforzare la sua posizione dominate nel mercato delle reti in fibra ottica. Il Governo fu costretto ad abrogare quelle norme in seguito alla condanna della Corte di Giustizia europea che aveva confermato quanto sostenuto anche dalla Commissione e cioè che “lo sviluppo delle reti NGN e dei relativi investimenti deve avvenire in un ambiente competitivo e senza sacrificio della regolamentazione di settore”.
Ora, le regole stanno per cambiare, ma spuntarla, comunque, non sarà facile.
(All’incontro con la Vestager, cui hanno partecipato anche il Commissario per la Digital economy Günther Oettinger e il vicepresidente Jyrki Katainen, erano presenti Eelco Blok, di KPN; Timotheus Höttges, di Deutsche Telekom; Dominique Leroy, di Proximus; Gavin Patterson, di BT Group; Alejandro Plater, di Telekom Austria; Berit Svendsen, di Telenor; Steven Tas e Lise Fuhr, rispettivamente Executive Chairman e Director General di ETNO).