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Fibra ottica: Francia verso l’aumento delle tariffe del rame

fibra ottica

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Con l’obiettivo di accelerare la migrazione verso la fibra, l’Authority francese per le tlc ha lanciato una consultazione pubblica su una proposta di modifica ai prezzi del rame, con un adeguamento dei metodi tariffari “nel contesto del progressivo abbandono della rete in rame”.

L’Autorità propone di procedere per tappe adattando i prezzi del rame in funzione dello sviluppo delle infrastruttura nelle diverse regioni attraverso un principio di ‘modulazione geografica dei rimedi tariffari’.

In sostanza, nelle zone dove fibra ottica è sufficientemente sviluppata i prezzi del rame potranno essere aumentati per accelerare la migrazione verso la nuova la rete.

Ci sarà quindi un alleggerimento delle regole, ma questo non vuol dire che Orange potrà tranquillamente far salire alle stelle le tariffe di accesso al rame. L’ex monopolista sarà sottoposto a un obbligo di ‘non-eccessività’ riguardo gli aumenti.

Nelle aree del paese in cui la fibra è ancora poco diffusa, l’Arcep prevede quindi di “mantenere l’obbligo di applicare tariffe che riflettano i costi”.

Tenendo conto dell’importante transizione tecnologica che sta interessando il mercato del fisso e degli ingenti investimenti per il passaggio alla fibra, l’Arcep sottolinea la necessità di favorire il modello del co-investimento.

L’obiettivo della consultazione è di introdurre incentivi in grado per favorire il passaggio degli utenti dalla rete in rame alle nuove reti.

Al momento, in Francia, sono 1,6 milioni gli abbonati alla fibra ottica, su circa sei milioni di abitazioni e imprese cablati.

Accelerare il passaggio alla fibra è una priorità per l’Arcep, che lo scorso novembre aveva già introdotto un meccanismo di aumento progressivo dei prezzi di accesso alla rete in rame

Resta da capire come l’Autorità intenda definire le zone in cui differenziare la regolamentazione della fibra.

Anche in questo caso, l’Arcep propone di stabilire alcuni criteri per definire se un’area  è ‘fibrata’ oppure no, prendendo a riferimento, ad esempio, il numero di accessi collegabili in rapporto al numero di abitazioni e imprese.

Gli operatori hanno tempo fino al nove settembre per dire la loro sulle proposte dell’Arcep.

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