Portare la fibra ovunque, non solo nelle aree bianche: è questo l’obiettivo di Enel, che estende quindi la portata del suo progetto inziale dalle aree a fallimento di mercato a “tutte le aree” e senza la previsione di due società distinte e separate: basta la Open Fiber guidata da Tommaso Pompei.
L’ad di Enel, Francesco Starace, ha voluto così mettere a tacere chi ha voluto far credere che la società elettrica avesse abbandonato il progetto della fibra dopo che il Governo ha deciso di intervenire direttamente, attraverso Infratel, nella realizzazione della rete in fibra ottica nelle cosiddette aree bianche, ossia in quelle zone del paese (circa 7.300 comuni per una popolazione di circa 19 milioni di persone) in cui gli operatori non hanno intenzione di investire per mancanza di un ritorno economico.
Nelle aree in cui investirà Infratel la rete resterà in mano allo Stato e poi, vista la scarsa attrattività economica, non c’è “necessità di duplicare gli investimenti”, ha detto Starace, sottolineando che invece l’obiettivo di Enel è “mettere la fibra, averne gestione e manutenzione, e renderla disponibile agli operatori che la richiedono”.
Già, gli operatori: l’ingresso di Enel nella partita della fibra è stato letto da molti come un tentativo di ‘mettere pressione’ su Telecom Italia e da qui i maligni hanno supposto che tra le due società non corresse proprio buon sangue. Supposizioni alimentate anche da qualche frecciatina da parte dell’ad di Telecom Marco Patuano che, pur senza citare la società elettrica, aveva sottolineato che “…le infrastrutture spente non servono a nulla. Sento dire spesso ‘porto la fibra’, ma se non porto l’elettronica, la fibra me la mangio, non serve a nulla. Non bastano le infrastrutture passive”.
Starace ha chiarito comunque che non c’è stata alcuna frizione tra i due gruppi e si è detto certo che Telecom, così come gli altri operatori, collaboreranno al piano di Enel, che sarà presentato con numeri precisi nel mese di marzo.
A Telecom, comunque, Starace un velato messaggio lo manda, quando dice che al momento gli operatori interessati “sono Vodafone e Wind” e che, certo, “chi partecipa all’inizio avrà dei vantaggi”. Nessuna preclusione, però: “il piano si fa assieme agli altri operatori, non c’è nessuna chiusura nei confronti di nessuno”. Neanche per Metroweb: “abbiamo sempre detto che c’è una totale apertura a sederci con Metroweb e a lavorare nelle città che a loro piacciono”, ha detto anche l’ad di Enel, precisando però di prediligere “le città dove Enel è già presente come distributore”.
La società guidata da Marco Patuano, dal canto suo, a dicembre ha annunciato la copertura di ulteriori 1.146 Comuni inizialmente non previsti nei “cluster” C e D, mentre il Governo ha garantito che la scelta del modello diretto è stata fatto soprattutto per garantire trasparenza e concorrenza e per garantire la partecipazione a tutti gli operatori interessati a realizzare e gestire le infrastrutture e a fornire il servizio di accesso alla rete indipendentemente dal settore industriale di riferimento sia esso telecomunicazioni, energia o altro.
Ora, insomma, che il Governo ha scoperto le sue carte è anche più chiaro come proseguire: “…Inizialmente – ha detto Starace – non era chiaro come il governo avrebbe approcciato la questione. La strada ora è quella della gestione di Infratel quindi riteniamo di partecipare a tutte le gare senza altre strutture societarie”.