Sarà presentato il 21 settembre il progetto “Italia 4.0” con il quale il Governo mira, tra le altre cose, a coprire il gap che penalizza le imprese italiane, sette delle quali su 10 sono situate nelle cosiddette aree grigie. In queste aree gli operatori hanno realizzato o realizzeranno reti con collegamenti ad almeno 30 Mbps, ma le condizioni di mercato non sono sufficienti a garantire ritorni accettabili a condizioni di solo mercato per investire in reti a 100 Mbps. Obiettivo del Governo è invece quello di coprire il 100% delle aziende con banda ultralarga a 30 megabit/secondo e il 50% a 100 mega entro il 2020.
Facendo leva su misure quali incentivi fiscali, sostegno al venture capital, diffusione della banda ultralarga, formazione dalle scuole all’università, centri di ricerca d’eccellenza, il piano complessivo, secondo quanto riferito da Il Sole 24 Ore, dovrebbe mobilitare 10 miliardi di investimenti industriali con circa 7 miliardi di risorse pubbliche aggiuntive tra il 2017 e il 2020 per la ricerca e sviluppo.
La cifra messa sul piatto dal Governo dovrebbe mobilitare risorse private con un effetto leva stimato di 4,5 volte.
Per quanto riguarda la banda larga, con una cifra pari a 3,7 miliardi, che si somma ai 6,7 miliardi tra fondi nazionali ed europei già stanziati per il piano BUL, il Governo andrebbe a incentivare lo sviluppo delle infrastrutture a 100 Mbps nelle aree grigie dove si trova il 69% delle imprese.
Imprese che, in un’ottica di ‘Industria 4.0’, sarebbe impensabile lasciare sprovviste di fibra ottica.
Per incentivare gli investimenti il Governo nelle aree grigie ha previsto, oltre a strumenti finanziari per l’accesso al debito (a condizioni agevolate e a basso rischio) e/o a misure di defiscalizzazione, anche contributi a fondo perduto con eventuale partecipazione pubblica alla realizzazione delle opere.
Il piano prevede inoltre misure per la cybersecurity, gli investimenti innovativi, il venture capital e per diffondere la cultura della manifattura intelligente già tra i banchi di scuola.
Per gli analisti di Mediobanca, un’accelerazione degli investimenti nella fibra si tradurrebbe in un significativo sostegno al PIL italiano e al business delle aziende coinvolte negli investimenti nella rete fissa.
“Il focus sulla banda larga sta visibilmente crescendo nel nostro paese e Telecom Italia svolgerà (come sta già facendo) un ruolo chiave”, dicono gli analisti.