Salvo sorprese, ma che a questo punto sono del tutto improbabili, il cda del fondo F2i sancirà questa mattina la vendita della propria quota del 53,8% di Metroweb a Enel. La partita si chiuderà però ‘ufficialmente’ giovedì, quando si riunirà il board della società elettrica.
A quel punto la società milanese della fibra passerà nel perimetro di Enel – che per conquistarla ha messo sul piatto 806 milioni di euro – e i ranghi per la battaglia della fibra saranno composti. Con Enel Open Fiber, la società creata da Enel per la realizzazione della rete che potrebbe avere nelle sue fila anche Iliad. Il gruppo di Xavier Niel ha siglato un accordo con i proprietari di Wind e 3 Italia per l’acquisizione di frequenze e siti che le due società dovranno cedere per ottenere il via libera della Commissione europea alla fusione e secondo indiscrezioni avrebbe avviato trattative per un accordo con Enel.
Le ambizioni di Niel, che nel frattempo ha avviato la dismissione della sua quota potenziale in Telecom Italia, potrebbero infatti non fermarsi al mercato mobile. Anzi, questo potrebbe essere solo un primo passo per il manager francese che, come avevamo anticipato nelle scorse settimane, potrebbe approfittare dello sviluppo della rete in fibra ottica da parte di Enel Open Fiber per mettere poi un piede nel mercato del fisso e lanciare la sfida al suo connazionale Vincent Bollorè, che controlla Telecom Italia.
Un mercato, quello italiano, sempre più al centro dell’interesse dei gruppi tlc francesi. A più riprese, anche l’ex monopolista transalpino viene tirata in ballo come prossima allo sbarco, ma le indiscrezioni su possibili alleanze vengono puntualmente smentite. Oggi, l’amministratore delegato Stephane Richard ha reso noto che anche Orange – la ex France Telecom – era stata ‘sollecitata’ ad acquisire gli asset dismessi da Wind e 3, ma che la proposta è stata declinata perché la presenza che ne sarebbe derivata non sembrava ‘sufficiente’ per l’ingresso nel Paese.
Nuovamente smentito, come più volte accaduto nei mesi scorsi, anche un possibile ingresso in Telecom: “Non c’è oggi alcun progetto, piano o discussione, ufficiale o nascosto, di Orange riguardo gli attori del mercato delle telecomunicazioni in Italia”, ha detto Richard, smentendo l’esistenza di discussioni “con Telecom Italia o con gli azionisti di Telecom Italia”.
L’Ad di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, ha invece ribadito di essere soddisfatto della quota del 24,7% di Telecom, sottolineando però di non avere intenzione di incrementarla.
De Puyfontaine si è detto fiducioso nel recupero del titolo dell’ex monopolista, che ha parecchio risentito della notizia del prossimo ingresso di Niel sul mercato mobile.
Telecom, ha detto nei giorni scorsi l’ad Flavio Cattaneo, è preparata ad ad affrontare la concorrenza in ogni settore, sopratutto nella fibra, dove stende 300 km di cavi all’ora ed è arrivata a coprire oltre 1.200 comuni. L’ex monopolista, insomma, non teme le ambizioni di una società che pensa di diventare “una società infrastrutturale con 4 città” cablate, ha detto Cattaneo riferendosi a Metroweb. Certo è che con una squadra che arruola Vodafone, Wind, Tiscali e probabilmente anche quello che sarà il quarto operatore mobile italiano – e soprattutto con l’appoggio istituzionale di cui gode – Enel Open Fiber potrebbe davvero mettere all’angolo Telecom.