Cresce negli Stati Uniti il numero di comunità locali che realizzano la loro rete broadband di proprietà a scapito dei network dei grandi Isp come Comcast e At&t. Secondo le più recenti rilevazioni condotte dall’associazione Community Networks (Institute for Local Self-Reliance), sono ormai 750 le comunità locali, per lo più in aree rurali del paese e per lo più in Ftth (Fiber to the home), che hanno realizzato e gestiscono in autonomia network a banda larga indipendenti dai grandi Isp Usa, un trend in crescita basato in primo luogo sul ruolo attivo delle utility elettriche locali, che hanno realizzato nuove reti in fibra accessibili al pubblico.
Contro i monopoli
Nuove reti in fibra spuntate un po’ ovunque come reazione alla scarsità del servizio in troppe aree del paese. Reti nate nonostante le leggi protezionistiche in vigore in una ventina di stati Usa, frutto dell’attività di lobby dei grandi Isp, che di fatto vietano la realizzazione di questo tipo di network regionali. Leggi che in molti casi impediscono anche iniziative pubblico-privato con aziende come Google Fiber, in aree dove peraltro gli Isp non hanno interesse a investire.
La nuova mappa
La nuova mappa del community broadband evidenzia che al momento 55 reti locali servono ben 108 comunità con reti pubbliche in FTTH, 76 comunità offrono accesso a network locali e circa 260 comunità sono servite da cooperative del mercato energetico. Sono 197 le comunità che offrono accesso quanto meno parziale a porzioni di rete in fibra pubblica, a fronte di più di 120 comunità che dispongono di reti in fibra spenta a disposizione di residenti e uffici locali.
Un recente studio condotto dalla Harward University mostra che tendenzialmente le reti a banda larga locali costano meno per gli utenti di quelle degli Isp tradizionali come Comcast o At&t.
Dopo il recente smantellamento della net neutrality e della privacy da parte di Trump, l’interesse dei cittadini per le reti locali in fibra è cresciuto ulteriormente. Il modello è un po’ quello dell’elettrificazione del paese, con il rinnovato protagonismo delle aziende locali nella fornitura dell’infrastruttura e dei servizi. Dal punto di vista politico, la tendenza verso le reti pubbliche locali è bipartisan e abbraccia quindi aree repubblicane e democratiche senza grosse distinzioni, unite più che altro dall’insoddisfazione del servizio degli incumbent.
Costa meno
Un nuovo trend che rischia di costare milioni alle casse degli Isp tradizionali. A Fort Collins, in Colorado, la concorrenza di un network locale in fibra costerebbe un ammanco compreso fra 5,4 e 22 milioni di dollari a Comcast. A Seattle, una concorrenza vera da parte del network pubblico costerebbe minori ricavi compresi fra 20 e 84 milioni all’azienda privata.
Secondo un recente studio condotto dal Berkman Klein Center for Internet and Society della Harvard University, le reti a banda larga di proprietà pubblica stanno diventando un vero spauracchio per gli Isp tradizionali, perché funzionano bene e costano molto meno ai consumatori.
Su 27 comunità esaminate (sono poche quelle in cui contemporaneamente c’è una rete locale e un’altra di un Isp privato), lo studio ha rilevato che in 23 casi le reti Ftth locali costavano meno di quelle degli Isp, in una forbice compresa fra il -2,9%% e il -50%.