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Fibra FTTH, modello wholesale only. I vantaggi per l’Italia

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L'interesse degli investitori per Open Fiber e per gli operatori wholesale only in Europa è la prova che questo modello è il più indicato per la diffusione della fibra FTTH nel nostro paese.

L’interesse degli investitori per Open Fiber e altri operatori wholesale only in Europa è un ulteriore forte segnale che il modello wholesale only è il migliore per sostenere anche l’Italia verso gli obiettivi della Gigabit society fissati dalla Ue. Ne è convinta la società di analisi tedesca WIK, che sottolinea i benefici del modello per il nostro paese.

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Ma quali sono questi benefici?

In primo luogo, il nuovo Codice delle comunicazione elettroniche, che il nostro paese dovrà recepire entro il 21 dicembre, ha riconosciuto che i rischi della competizione possono essere minori in presenza di operatori wholesale only rispetto agli operatori verticalmente integrati. Il nuovo codice prevede una regolamentazione di favore per gli operatori wholesale only che hanno un significativo potere di mercato. E’ stato riscontrato che la presenza di una rete passiva wholesale only ha l’effetto di ampliare l’offerta di servizi e di promuovere la concorrenza sul fronte del mercato retail.

Modello Wholesale only in Europa

In Europa, sono diversi gli operatori wholesale only attivi sul mercato. Oltre ad Open Fiber (Italia), che conta quasi 10 milioni di unità abitative cablate, ci sono Siro (Irlanda): 300mila unità abitative a fine 2019, pari al 15% del mercato; CityFibre (UK): 8 milioni di unità abitative a piano entro il 2025 dopo l’acquisizione FibreNation. Altri paesi con operatori wholesale only sono la Francia (French Public Initiative Networks, Altitude, Covage, TDF); il Portogallo (DS Telecom); la Spagna (MasMovil); la Svezia (Stokab); la Svizzera (Swiss Open Fiber, appena costituita, che punta a cablare 1,5 milioni di unità abitative). Fuori dall’Europa, c’è la Nuova Zelanda con Chorus, che ha già cablato oltre 900mila unità abitative.

Caratteristiche degli operatori wholesale only

Gli operatori wholesale only non sono proprietari di legacy di infrastrutture con tecnologie obsolete. In altre parole, il modello di business è basato su fibra FTTH e su FWA, tecnologie di rete ad altissima velocità secondo la classificazione della Ue. A differenza degli incumbent, che hanno tutto l’interesse a prolungare il tempo di vita delle loro reti di proprietà in rame, gli operatori wholesale only investono soltanto in tecnologie di ultima generazione. E ancora, gli operatori wholesale only sono neutri, non hanno una relazione preferenziale con un operatore retail il che li pone al riparo dal rischio di eventuali condotte discriminatorie tra provider.

L’interesse degli investitori

Una serie di investitori ha certificato l’attrattività di aziende specializzate in fibra. Un interesse accentuato dalla pandemia, che ha enfatizzato il ruolo fondamentale delle reti di comunicazione a fronte di una crescita sostanziale del traffico, alimentata da nuovi fenomeni di massa come lo smart working e la DAD. Gli operatori wholesale only offrono un servizio essenziale (l’accesso alla rete), a fronte di un cashflow prevedibile e una previsione del business a lungo termine. Anche di qui l’interesse per Open Fiber in Italia da parte di Macquarie, che valorizza l’azienda tra i 7 e gli 8 miliardi di euro, che consentirebbe a Cdp e Enel (che hanno contribuito con 1 miliardo di euro alla joint venture ciascuna) di realizzare una ricca plusvalenza se decidessero di uscire.

Risparmio energetico dalla fibra

Secondo gli esperti Aleksic e Lovric, la presenza massiva di reti FTTH/B può ridurre le emissioni di gas serra dell’88% rispetto alle reti in rame. Uno studio di Carbon Smart del 2018 evidenzia come l’estrazione di 2 chili di rame per fabbricare cavi produca intorno a 1000 kg di CO2, mentre la creazione di un cavo in fibra di lunghezza equivalente richiede l’emissione di soli 0.06 kg di CO2. SQW, in uno studio del 2013 sul mercato del Regno Unito, ha stimato che il raggiungimento di una copertura broadband su larga scala entro il 2024 avrebbe portato a una riduzione di 2,3 miliardi di km nelle tratte casa/lavoro, portando a un risparmio di 0.24 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Secondo l’ACEE (American Council for an Energy-Efficient Economy), l’utilizzo massivo di tecnologie smart può portare a una riduzione di circa il 20% di utilizzo di energia negli edifici.

Tutti elementi questi da tenere presenti in ottica di ottenimento dei fondi del Recovery Fund del Next Generation EU, che vede appunto nei progetti ad alto risparmio energetico i candidati principali.

Rapporto DESI

Per quanto riguarda i progressi in termini di copertura fatti in Italia, il report DESI 2020 dell’UE mostra come l’Italia sia cresciuta di 6 punti percentuale nell’FTTH tra giugno 2018 e giugno 2019 principalmente grazie all’opera di Open Fiber. Si tratta del più alto tasso di crescita in Europa. Siamo indietro, però anche grazie al modello whloesale only di Open Fiber siamo usciti dallo stallo in cui ci trovavamo prima e la copertura del paese ha ripreso a correre.

Rollout dell’FTTH in Italia

Secondo fonti aziendali e di Intermonte, in Italia le case passate in FTTH da Flash Fiber a fine 2019 erano 3,8 milioni, quelle di  Open Fiber 7,9 milioni. Per il 2020, si prevedono 4,4 milioni di case passate da Flash Fiber, a fronte di 10,6 milioni di Open Fiber. Per il 2021 l’obiettivo è di 4,8 milioni di case passate da Flash Fiber (confluita in FiberCop) e 14,4 milioni di Open Fiber.

Cresce la domanda di fibra

Secondo stime di WIK, entro il 2025 un’ampia porzione di consumer e piccole aziende in paesi come il Regno Unito, Germania e Belgio avrà bisogno di banda in downstream con una velocità di 1Gbps o più e in upstream di 600 Mbps o più e di una latenza più bassa. La domanda sarà trainata non soltanto dalla qualità video più alta, ma anche dalla diffusione di servizi cloud e dall’aumento dei dispositivi sul mercato, dall’incremento dell’educazione digitale, dell’eHealth e dall’evoluzione di applicazioni che utilizzano realtà aumentata o realtà virtuale. Tutto ciò richiede fibra all’interno degli edifici.

Cloud computing in crescita

Nel 2018, soltanto il 20% delle aziende in Italia utilizzava servizi di cloud computing, e solo il 7% delle aziende analizzava i big data. Uno dei fattori che ha penalizzato le aziende italiane sui mercati è la bassa percentuale di connettività a banda ultra larga (sopra i 30 Mbps), solo il 37% nel 2019. Il trend è in miglioramento.

Il ruolo della fibra per il 5G

La fibra è necessaria non soltanto per connessioni fisse di case e aziende, ma anche per il backbone delle reti 5G. Il ruolo portante del Fiber to the antenna (Ftta) è ormai appurato. L’avvento del 5G moltiplicherà la presenza di antenne sul territorio, e le stazioni radio base dovranno essere connesse in fibra, e altra fibra servirà quando le celle saranno connesse.

La crescita dei device e del traffico

Secondo stime di Cisco, il numero medio di dispositivi connessi per singola persona in Italia crescerà da 5 del 2018 agli 8.5 del 2023. Un aumento degli utilizzatori di Internet, unito all’aumento dell’uso di applicazioni e servizi online spingerà l’utilizzo medio del traffico internet pro capite dai 30.3 GB del 2017 ai 61.8 GB del 2022. Prima del Coronavirus, Cisco prevedeva che il numero di dispositivi per persona in Italia sarebbe cresciuto del 70% nel periodo 2018-2023, mentre il traffico IP sarebbe cresciuto all’incirca del 25% l’anno.

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