Tanta carne al fuoco per le nostre Telco, in vista di un autunno che si preannuncia pieno di avvenimenti a partire dalla nomina del nuovo esecutivo della Ue che potrebbe dare una svolta più soft in tema di merger e sostegno agli investimenti. Chi prenderà il posto di Margrethe Vestager, il vicepresidente Ue responsabile della Concorrenza che durante il suo mandato ha dichiarato guerra alle Big americane insieme al collega Thierry Breton, commissari al Mercato Interno, dimessosi polemicamente oggi per dissidi con la presidente von der Leyen.
Fibercop
Detto questo, il quadro in Italia per gli operatori è fluido. Tim e Fibercop sono alle prese con il nuovo assetto aziendale, dopo la cessione della rete al fondo americano KKR. “Su Fibercop stiamo ragionando per fare entro la fine del mese un accordo di uscita con l’articolo 4 dell’isopensione già utilizzato negli anni in Tim”, ha detto il segretario nazionale della Uilcom Uil Salvo Ugliarolo.
Cresce l’attesa per conoscere il piano industriale di Fibercop, rispetto a quello che l’azienda vuole fare. Quel che è certo è che Fibercop dovrà portare avanti i lavori per Italia 1 Giga, di cui si è aggiudicata 7 lotti per la copertura delle Aree Grigie con i fondi del PNRR. Nel frattempo, l’azienda parteciperà anch’essa alla consultazione Infratel sui civici di prossimità che si chiude il 7 ottobre prossimo.
Tim
In Tim, sul fronte sindacale c’è un silenzio assordante. Dopo la ripresa l’azienda sta portando avanti il suo business e la scorsa settimana è uscito un rumour che la vedrebbe interessata ai data center di BT Italia. Le altre offerte arrivate sul tavolo di Bt sarebbero quelle del fondo spagnolo Asterion (attraverso Retelit), già indicato come possibile alleato del Mef per rilevare Sparkle da Tim, e di Nextalia, il fondo dell’ex top banker di Mediobanca Francesco Canzonieri.
Un segnale del rinnovato interesse di Tim per il segmento Enterprise, su cui l’azienda guidata da Pietro Labriola punta molto.
In un articolo su Affari & Finanza l’amministratore delegato di TIM Pietro Labriola ha sostenuto che, dopo la vendita della rete, la società è già competitiva grazie soprattutto alla diversificazione geografica e di business che caratterizza il nuovo perimetro forte del business in salute di Tim Brasil, che copre il 50% del margine del gruppo in linea peraltro con gli altri big europei come Deutsche Telekom, che fattura il 60% del totale negli Usa con T-Mobile Us o Telefonica che trae soltanto il 30% del suo fatturato in Spagna.
Open Fiber
L’operatore è impegnato nella consultazione sui civici di prossimità, indetta il 7 ottobre da Infratel. Tutti i civici di prossimità in consultazione si trovano soltanto nelle regioni che fanno parte dei lotti vinti in sede di gara Italia 1 Giga da parte di Open Fiber.
C’è da dire che il Cda di Open Fiber dell’11 settembre è stato posticipato a data da destinare. Cosa lo ha fatto saltare? Fra i temi all’ordine del giorno, secondo alcune fonti di stampa, la conferma dei vertici aziendali nella persona del Ceo Giuseppe Gola e del presidente Paolo Ciocca che per ora resta in sospeso.
Vodafone-Fastweb
La fusione procede secondo i tempi stabiliti e Swisscom, la casa madre di Fastweb, è fiduciosa che il tutto si possa chiudere entro il primo trimestre del 2025. Nel frattempo, l’Antitrsut italiano ha avviato la Fase II, un approfondimento d’indagine sull’operazione, che si chiuderà entro l’11 dicembre. Fastweb sarebbe l’unico operatore verticalmente integrato nazionale, e appena si saranno sistemati si prevedono botte da orbi per Tim.
Sparkle
Nessuna novità invece sul fronte della cessione di Sparkle, la società dei cavi sottomarini di Tim, sui cui si sta da tempo concentrando l’interesse del fondo spagnolo Asterion che controlla Retelit.