“Che cosa cambierebbe realmente se avvenisse la fusione tra FiberCop e Open Fiber? C’è un piano concreto per recuperare i ritardi nei progetti di digitalizzazione? Si vogliono esplorare soluzioni satellitari per le comunicazioni ‘regolari’? Sono tre domande che ho rivolto al governo, ma dalle risposte fornite, l’esecutivo ha dimostrato di non avere una strategia precisa su questioni cruciali per il Paese”. Così Giulia Pastorella, deputata di Azione, a margine della discussione in aula alla Camera sulla sua interpellanza urgente presentata al Governo, che tocca i diversi temi critici che riguardano la copertura a banda ultralarga del Paese, dal Piano BUL al Piano Italia 1 Giga e Italia 5G che registrano ritardi che mettono in forse il rispetto degli stringenti obiettivi del PNRR in scadenza a giugno 2026.
Guarda il video dal minuto 49’.40’’ con l’interpellanza e la risposta del sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica Claudio Barbaro.
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Fusione Fibercop-Open Fiber, cosa cambierebbe?
Nello specifico “non è stata fornita alcuna indicazione su cosa cambierebbe nel caso di una fusione tra FiberCop e Open Fiber, né è stato affrontato il tema della competitività e della concorrenza nel settore. Rimane, inoltre, l’incertezza su quali aree del territorio nazionale sarebbero coinvolte da un eventuale consolidamento delle reti – ha osservato Pastorella”.
“Per quanto riguarda il piano per la connettività finanziato dal PNRR – ha proseguito -, il sottosegretario si è limitato a ripetere numeri già noti, senza presentare un programma concreto per recuperare i ritardi: il rischio di perdere fondi cruciali per la digitalizzazione è sempre più concreto”.
Connettività satellitare
Secondo Pastorella “sul fronte della connettività satellitare, il governo ha escluso qualsiasi interesse in questa tecnologia, nonostante regioni come la Lombardia abbiano già avviato bandi in questa direzione. Una posizione dell’esecutivo preoccupante in termini di coerenza di pianificazione a livello nazionale. E una scarsa conoscenza del tema solleva interrogativi ancora più gravi quando si parla di comunicazioni strategiche e militari.”
In sintesi, tre le domande di Pastorella al Governo:
- quali iniziative intenda adottare per salvaguardare le infrastrutture strategiche nazionali relative alla rete in fibra ottica e l’intero settore delle infrastrutture digitali da possibili ritorsioni derivanti dalla partecipazione di soggetti extraeuropei in aziende e società cruciali per il tessuto industriale, amministrativo e civile del Paese, inclusa l’annunciata possibilità di una fusione tra FiberCop e Open Fiber;
- se intenda adottare iniziative volte a rinegoziare il piano 1 Giga con la Commissione europea per stabilire nuove milestones ovvero un diverso cronoprogramma, e quali siano le possibilità sul tavolo e le intenzioni del Governo per portare a termine la programmazione italiana relativa alle infrastrutture Tlc.
- se abbia intenzione di introdurre la connessione satellitare nelle zone bianche o grigie, e con quali realtà imprenditoriali stia negoziando anche in considerazione dei potenziali rischi per la sicurezza nazionale.
La risposta del Governo
Il Governo, per bocca del sottosegretario all’Ambiente e alla Sicurezza Energetica Claudio Barbaro, ha risposto in maniera negativa al secondo e terzo quesito – niente ricorso al satellite nelle zone bianche e grigie, nessuna modifica del bando Italia 1 Giga in relazione agli obiettivi del PNRR in scadenza a giugno 2026 – mentre si è attenuta soprattutto a quanto dichiarato da Fibercop nei suoi comunicati per quanto riguarda il primo quesito.
La controreplica di Pastorella
La deputata Pastorella si è detta non soddisfatta della risposta del Governo, che a suo parere non ha risposto se non in modo alquanto vago senza precisare in alcun modo i contorni di una eventuale fusione fra Fibercop e Open Fiber. “Non si capisce se il consolidamento avverrebbe soltanto sulle aree grigie o anche sulle aree nere”, ha detto Pastorella nella controreplica. Per quanto riguarda il Pnrr, secondo la deputata di Azione il Governo non ha programmi precisi nel caso alquanto probabile che le scadenze non saranno rispettate a giugno 2026. “Il Governo intende rivedere le scadenze? O fare un nuovo bando”. Per quanto riguarda l’uso del satellite nelle aree rurali, “il bando di Aria nella Regione Lombardia da 5 milioni di euro è in essere e quindi o le Regioni si stanno muovendo da sé, il che sarebbe preoccupante, oppure il Governo è al corrente e non vuole rispondere in materia”.