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Festival Venezia con cinema che soffre in sala e programmi elettorali senza cultura

Venezia Festival Cinema

L’edizione n° 79 del Festival di Venezia è partita alla grande, anticipata ieri l’altro da un convegno promosso da Francesco Rutelli, non nella veste di Presidente dell’Anica, bensì di una lobby internazionale denominata Soft Power Group, ovvero la “Soft Power Conference” organizzata presso la sede della Fondazione Cini nell’isola veneziana di San Giorgio.

Premesso che qualcuno potrebbe osservare che non è granché opportuno, per un Ministro certamente in carica ma altresì in fase di campagna elettorale, approfittare di una delle maggiori kermesse spettacolari del Paese come vetrina – inevitabilmente – anche della propria immagine, Dario Franceschini ha colto l’occasione per ribadire che “la Cultura è il cuore del Soft Power dell’Italia nel mondo”. Il Ministro ha sostenuto che “la missione di grande attualità e rilievo che si è dato il Soft Power Group risulta fondamentale in particolar modo in questi giorni di difficoltà e tensioni internazionali. Partire dalla cultura aiuta a costruire ponti invece che alzare muri o scavare trincee, significa produrre speranza e visioni”.

Franceschini ha ricordato come, negli ultimi anni, l’impegno del nostro Paese su questo versante è stato ambizioso: dalla Conferenza internazionale dei Ministri della Cultura a Expo Milano nel 2015, alla Ministeriale Cultura durante la Presidenza italiana G7 del 2017 e quella del G20 di Roma nel luglio 2021, fino all’ultima Conferenza dei Ministri della Cultura del Mediterraneo tenutasi a Napoli lo scorso giugno.

E – sostiene il Ministro – anche grazie a questo lavoro, “l’Italia è oggi riconosciuta come una guida nello scenario internazionale della collaborazione culturale”. Un ruolo che l’Italia si sarebbe conquistata sul campo”, grazie all’azione – ha precisato – “non solo del Governo, ma dell’intero sistema culturale italiano”. E la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, così come la Biennale di Arte e quella di Architettura “sono grandi esempi di Soft Power che ci permettono, ogni anno, di stringere e rafforzare rapporti culturali con Paesi strategici dai quali passano i grandi temi dell’agenda internazionale, dall’Asia al Medio Oriente all’Africa all’Emisfero occidentale”, ha concluso Franceschini.

La Mostra è iniziata ieri, non senza una qualche polemica determinata da una nuova versione del concetto di “fila”: a quella tradizionale (fisica), si è sostituita quella digitale…

Si osserva una qual certa contraddizione: il tema “cultura” (e al suo interno quello specifico afferente al cinema, all’audiovisivo, alla Rai, ai media, al digitale) non è certo emerso nei programmi elettorali dei partiti, ma a Venezia si organizzano fuochi di artificio di entusiasmo per un settore del sistema culturale che perdura in grande sofferenza. Come abbiamo spiegato tante volte anche su queste colonne la grande (enorme) iniezione di risorse pubbliche il Ministro Dario Franceschini ha immesso nel sistema dell’immaginario audiovisivo ha prodotto e sta producendo una “inflazione produttiva” che ha aspetti contraddittori: si è certamente rafforzata quali-quantitavamente la produzione audiovisiva seriale – anche grazie all’intervento robusto della multinazionale Netflix – ed è cresciuta quantativamente la produzione di film “cinematografici” (ovvero destinati – almeno sulla carta – alla prioritaria distribuzione nelle sale), ma la gran parte di queste opere finiscono per essere invisibili, ovvero non vengono proiettate nelle sale cinematografiche, nemmeno editate in dvd, non offerte dalle emittenti televisive e nemmeno dalle piattaforme. È un problema cruciale, sul quale non ci sembra di osservare l’attenzione che merita, né da parte delle istituzioni né da parte delle lobby in campo.

I tentativi governativi di ri-stimolare la fruizione di cinema in sala appaiono ancora timidi, ed anche le iniziative in cantiere non dotate della adeguata forza: si osserva una sorta di contraddizione tra “belle intenzioni” (il Ministero ha coscienza del problema, come riconosciuto esplicitamente in varie occasioni dal Direttore Generale Nicola Borrelli) e “risultati concreti”. Temiamo che anche l’iniziativa presentata questa mattina a Venezia possa finire archiviate nell’armadio delle commendevoli intenzioni.

Le sale cinematografiche sono presidii culturali e la visione collettiva di un film è un’esperienza unica che arricchisce”, ha dichiarato stamane a Venezia il Ministro, in occasione della presentazione della nuova iniziativa promozionale promossa da AnicaAnec, Fondazione David di Donatello in collaborazione con il Ministero della Cultura, che permetterà al pubblico di accedere in sala, dal 18 al 22 settembre, a soli 3,50 euro. In tutta Italia saranno oltre 2mila gli schermi che aderiscono alla promozione. “È importante fare vivere le sale – ha aggiunto Franceschini in videomessaggio – e “Cinema in festa” aiuterà a dimostrare che vivere la magia del cinema è un’esperienza collettiva unica e irrinunciabile che arricchisce le persone ma anche interi territori, quartieri e città”.

Continua la desertificazione culturale del territorio italiano, e non basta la “Festa del Cinema”…

Condividiamo totalmente l’approccio del Ministro (dal punto di vista ideologico, culturologico, estetologico), ma il dato di fatto resta la strisciante desertificazione dell’intero territorio nazionale, sia nelle metropoli sia in provincia. Si assiste ad una continua moria di sale che non riaprono. È di questi giorni la notizia – denunciata per prima dal “Corriere della Sera” del 22 agosto, in un articolo a firma Flavia Fiorentino, di che non riaprirà a Roma dopo l’estate il Cinema King di via Fogliano, nella zona di piazza Vescovio, nel quadrante a nord est della Capitale (a poche decine di metri da una sede dei servizi segreti italiani). È l’ennesimo cinema che chiude nella Capitale: si tratta della 102esima sala costretta ad abbassare la saracinesca negli ultimi 10 anni. Il King, che è parte del Circuito Cinema (come il Cinema Quattro Fontane, il Giulio Cesare e l’Eurcine), non riusciva più a pagare i prezzi alti dell’affitto degli spazi. Così, dopo che la proprietà ha risposto negativamente all’ipotesi di un affitto più basso, è arrivata la decisione obbligata di chiudere. L’incremento del costo dell’elettricità determina un ulteriore fattore critico preoccupante,

Fra il 2019 e il 2020, gli incassi delle sale romane sono passati da 50,9 milioni di euro a 15,8 milioni, ovvero un 69 % in meno di incassi e nel 2021 il dato è sceso nuovamente, con il 73 % in meno (le quote percentuali di diminuzione degli spettatori sono grosso modo sugli stessi valori). Il 2022 mostra lievi segnali di risalita: al 31 luglio 2022, si stimava 50 % in meno di incassi. Questa modesta ripresa non è però sufficiente a fermare le chiusure: secondo Anec, a settembre 4 sale su 10 non riapriranno anche a causa della crisi energetica. In pochi mesi le bollette bimestrali sono passate dai 6-7 mila euro a 25-30mila euro.

Iniziative come “Cinema in Festa” ci ricordano ancora una volta la metafora dei pannicelli caldi di fronte al capezzale di un malato grave.

Certo, meglio “qualcosa” che “nulla”, ma…

“Cinema in Festa” è un progetto che abbraccia cinque anni, a partire dal 2022 e fino al 2026 con un format ispirato alla “Fête du Cinéma” francese dalla domenica al giovedì, ovvero dal giorno preferito delle famiglie fino al giorno di uscita in sala delle nuove proposte settimanali. Ogni anno ci saranno due appuntamenti, uno a settembre e uno a giugno: il pubblico potrà assistere a tutti i film in normale programmazione, ma anche ad anteprime, “masterclass” e altri eventi speciali, anche alla presenza di attrici, attori, registi e altri protagonisti del mondo dello spettacolo.

Nicola Borrelli, Dg Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura: “le sale non sono solo un luogo di visione, ma sono anche presidii culturali, che meritano di essere sostenute con convinzione, cosa che abbiamo sempre fatto e che, dato il momento particolare, faremo con ancora più forza il prossimo autunno. Oltre alle numerose azioni a sostegno del settore durante la pandemia, il MiC sta lavorando a ulteriori iniziative e Cinema in Festa fa da apripista”.

Mario Lorini, Presidente degli esercenti, ha auspicato che “la sala cinematografica deve tornare a essere cool”, sono oltre duemila gli schermi che aderiranno a questa importante promozione”. 

Piera Detassis, Presidentessa e Direttrice Artistica della Fondazione Accademia del Cinema italiano Premi David di Donatello ha sostenuto che “le sale devono tornare a essere sexy” ed ha auspicato uno “shock” per il cinema italiano.

Annalisa Cipollone, Capo Gabinetto del Mic: “dopo il grande supporto che il governo ha dato alle sale durante la pandemia serve adesso un nuovo sforzo. In questo senso, verranno attuate ulteriori misure di sostegno come il tax credit per le sale cinematografiche basato sui costi di funzionamento, che prevede delle aliquote per le piccole e medie imprese. Abbiamo stanziato un fondo di 10 milioni di euro per favorire la promozione della visione dei film in sala, fondamentale sarà il contributo alle associazioni per capire che tipo di iniziative mettere in campo, significativo poi l’investimento contenuto nel Pnrr dove abbiamo stanziato fondi specifici per l’efficientamento energetico”.

Non resta che augurarsi che “le ulteriori iniziative” cui ha fatto cenno il Direttore Generale Borrelli mostrino una più decisa volontà di intervento, robusto profondo radicale.

Molte volte, anche su queste colonne, abbiamo insistito sulla esigenza di una campagna promozionale di rottura, studiata al meglio in termini di marketing, e dotata delle risorse budgetarie adeguate, da quantificare nell’ordine delle decine di milioni di euro, e non quei pochi milioni che finora sono stati allocati ad iniziative destinate ad effimera vita (vedi “Key4biz” del 1° luglio 2022, “#soloalcinema: riparte la mini-campagna per il cinema in sala. Ma non basta”). 

Tutte le informazioni sulla campagna “Cinema in Festa” sono reperibili sul sito https://www.cinemainfesta.it dove, nei giorni precedenti alla campagna, sarà anche possibile consultare le sale e i film in programmazione.

Questa iniziativa sarà sufficiente a risollevare le sorti depresse (e deprimenti) del cinema italiano nei cinematografi? Temiamo di no, perché la situazione è così grave, la crisi così profonda da rendere necessario veramente uno “shock” (come evocato da De Tassis).

Effervescenza di iniziative della Direzione Cinema e Audiovisivo al Festival di Venezia

Da notare che quest’anno a Venezia, la Direzione Cinema ed Audiovisivo (Dgca) presenta un impressionante calendario di iniziative: quindi particolarmente in questa edizione il Festival non si pone soltanto come vetrina per opere cinematografiche che appassionano i cinefili (ricordiamo che non esiste uno studio accurato sulle effettive ricadute della presentazione di un film al festival e ricordiamo che la quasi totalità dei titoli presentati durante la kermesse non beneficia poi di alcuna distribuzione nelle sale), ma come luogo di discussione sulle trasformazioni del “sistema cinema” che è sempre più un “segmento” del “sistema audiovisivo”. 

Tra le iniziative senza dubbio più attese promosse dalla Dgca, si segnala per martedì 6 settembre alle ore 12 all’Italian Pavillon (lo spazio professionale di incontro, condivisione e business all’Hotel Excelsior: clicca qui per il sito web dedicato), la presentazione di quella che viene annunciata come la prima ricerca ad ampio spettro realizzata in Italia sullo spettatore del cinema italiano: “Gli Italiani e il Cinema – La fruizione di film dentro e fuori le sale italiane”. Durante l’evento sarà presentata l’indagine estensiva effettuata da Swg per la Dgca su un campione 12.000 soggetti rappresentativi della popolazione italiana dai 14 anni in su, relativa ai gusti, alle scelte e ai comportamenti di fruizione di film in sala e da casa. Uno sguardo al presente che analizza la frequenza e le modalità d’impiego dei diversi canali di fruizione, gli attrattori e fattori frenanti rispetto alla visione in sala e uno sguardo al futuro attraverso la rilevazione delle intenzioni di fruizione in sala, spinte e freni: l’impatto del prezzo e delle “finestre” di esclusiva, così come le attese di servizio e promozionali da parte delle sale… Sarà interessante comprendere se, per esempio, la leva “prezzo” – quella sulla quale insiste l’iniziativa “Cinema in Festa” – sia poi così centrale ed essenziale, nell’economia del marketing cinematografico (nutriamo dubbi, anzi temiamo che la riduzione del prezzo possa determinare una ulteriore “svalutazione” simbolica della fruizione del cinema in sala). Sono previsti gli interventi di Giulio Vidotto Fonda, Direttore di Ricerca di Swg spa, di Lucia Borgonzoni, Sottosegretaria al Mic, ed ovviamente del Dg Nicola Borrelli.

Il programma delle iniziative della Dg Cinema e Audiovisivo a Venezia è veramente molto ricco. Qui ci limitiamo a segnalare soltanto alcuni degli eventi.

Venerdì 2 settembre (10.30-13.00), l’evento speciale “Economic Impact of Audiovisual and Cinema Productions on States and Regions in the Usa and Italy”, organizzato da Cinecittà per la Dgca del MiC, in collaborazione con Motion Picture Association (Mpa). Case studies, testimonianze di produttori, dati e statistiche per comprendere quanto può influire, in termini economici, la realizzazione di un prodotto audiovisivo su un determinato territorio in America e in Italia. 

Sabato 3 settembre, alle 14.30-16.30 il Dg Nicola Borrelli ed il professor Bruno Zambardino, Responsabile Affari Ue e Coordinamento Istituzionale Italy for Movies (Cinecittà/ MiC), parteciperanno alla tavola rotonda “Are Audiovisual Works Like a Cat on a Highway to Europe?” L’evento, organizzato in collaborazione con Anica e Mpa, si svolge a porte chiuse ed è possibile partecipare solo su invito.

Domenica 4 settembre alle 12.00, Bruno Zambardino parteciperà per la Dgca all’incontro organizzato dalla Commissione Europea – Programma Europa Creativa, ovvero all’Efad lunch with Members of the European Parliament. il cui tema sarà “Challenges for the European Cinema in the post-covid era?”. Purtroppo anche questa iniziativa si svolge a porte chiuse.

Sempre domenica alle 14.30-16.00, Cinecittà per la Dgca, in collaborazione con la Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali (Fapav) e Motion Picture Association (Mpa), organizza “Protecting the Film Industry Post Digital Services Act, What Now?”. In cosa consiste il nuovo “Digital Services Act”? Che impatto avrà? Quali obblighi e quali opportunità? Un incontro per fare un bilancio su quanto fatto finora e discutere dell’importanza di adottare strategie condivise, per ottenere maggiori garanzie di protezione della distribuzione di contenuti. 

Sabato 6 settembre, alle 16.30, il Dg Borrelli interverrà alla presentazione del Protocollo d’Intesa tra Mic-Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e Ics – Istituto per il Credito Sportivo (presieduto da Andrea Abodi) finalizzato a promuovere e favorire il settore delle produzioni di contenuti audiovisivi e cinematografici, attraverso l’offerta da parte di Ics di prodotti e servizi bancari mirati.

Grande attesa anche per l’evento di domenica 7 settembre alle 12.20, “Il cinema in classe”, dove si discuterà di educazione all’immagine e del “ponte” tra Cinema e Scuola che i Ministeri dell’Istruzione (Mi) e della Cultura (Mic) hanno edificato, in attuazione della “Legge Cinema” (firmata da Dario Franceschini) e della Legge “Buona Scuola” (firmata da Matteo Renzi). Per il Ministero, interverrà il Professor Zambardino.

Si ricorda che subito dopo Venezia verranno presentati i risultati del bando 2022 “Cinema e Immagini per la Scuola” (Cips), promosso in partenariato da Ministero della Cultura e Ministero dell’Istruzione, in relazione ai cosiddetti “progetti territoriali”. Il 26 luglio scorso sono stati pubblicati i risultati del bando afferente ai “progetti nazionali”, al quale sono stati ammessi al finanziamento 13 soggetti per risorse complessive pari a poco più di 3 milioni di euro e un contributo medio di 230 mila. Da apprezzare che la Direzione Cinema ed Audiovisivo ha deciso di pubblicare una sinossi delle proposte progettuali vincitrici.

L’Italian Pavilion sarà infine location di due eventi organizzati da Cinecittà e “Italy for Movies”, entrambi moderati da Bruno Zambardino: “Italy for Green” (5 settembre alle 12), durante il quale si fa il punto sulle pratiche sostenibili riguardo la produzione e la promozione cinematografica; “5 anni di Italy for Movies: cineturismo, valorizzazione del territorio e nuove collaborazioni” (6 settembre alle 10.30) un panel su cinema e audiovisivo come strumenti al servizio della promozione turistica dei territori e l’annuncio del protocollo d’intesa con Netflix da parte della piattaforma web del Ministero che promuove le “location” italiane ideali per la realizzazione di cinema ed audiovisivo.

E nessuno sembra pensare alla Rai durante la campagna, nella vacuità del “capitolo cultura” dei programmi elettorali…

A fronte di questa effervescenza veneziana, si osserva un silenzio tombale sulle future sorti della Rai, e nessuno sembra voler affrontare – nemmeno durante la campagna elettorale – il tema del “canone”, che, dal 2023, dovrà essere “sganciato” dalla bolletta elettrica, come richiesto dalla Commissione Europea: sull’argomento, si rimanda all’approfondito (ed esaustivo) articolo pubblicato oggi da Patrizio Rossano sul quotidiano online “First On Line” (diretto da Franco Locatelli), “Canone Rai nel caos, dal 2023 non potrà più essere riscosso in bolletta elettrica ma allora come si farà?”.

Il tema “Rai” (futuro di breve periodo, in primis le prospettive del canone; futuro di lungo periodo, quale ruolo per il servizio pubblico mediale nell’era digitale) sembra non interessare i partiti politici. Incredibile, ma vero.

Come i lettori più appassionati a questa rubrica “ilprincipenudo”, curata da IsICult per il quotidiano online “Key4biz”, il 12 agosto scorso abbiamo dedicato attenzione al primo “programma elettorale” presentato da una forza politica che partecipa alla competizione del 25 settembre: si è trattato del programma “à trois” redatto da Fratelli d’ItaliaLega SalviniForza d’Italia (vedi “Key4biz” del 12 agosto 2022, “Poca attenzione alla cultura e nessuna al digitale nel programma del centro-destra”). 

Grande delusione da parte della comunità culturale italiano per la superficialità di approccio e per la complessiva fumosità. “Pieno di retorica e banalità… da far cadere le braccia”, ha commentato il sempre acuto Massimiliano Tonelli sulle colonne di “Art Tribune”.

Abbiamo notato che l’indomani rispetto all’articolo di “Key4biz”, Vittorio Sgarbi per “Rinascimento” e Francesco Giubilei per “Nazione Futura” hanno firmato un appello pubblicato sul “Corriere della Sera”, chiedendo al centrodestra di ricordarsi della cultura in vista delle ormai imminenti elezioni politiche. Sarà stata certamente una coincidenza, ma merita essere segnalata.

Chi redige queste noterelle critiche non ha peraltro certo registrato, nei giorni successivi, approcci molto differenti da parte delle altre forze politiche, e tra breve si proporrà un’analisi comparata. La cultura continua ad essere sempre relegata alla “serie B” nella politica italiana, fatta salva l’eccezione del “presidio” permanente messo in atto da molto tempo dal Partito Democratico.

Nelle more, già si registra un toto-nomine, in caso di vincita della coalizione del centro-destra, per quanto riguarda il successore di Dario Franceschini: Vittorio Sgarbi (componente Rinascimento del centro-destra), Lucia Borgonzoni (l’iperattiva Sottosegretaria in quota Lega Salvini), Federico Mollicone (Responsabile Cultura di Fratelli d’Italia)…

Torneremo presto su queste tematiche.        

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