Un irresistibile Warren Beatty a Venezia per la Nomination al Leone d’Oro di Arthur Penn per la regia di Mickey One.
Warren Beatty interpreta il ruolo del protagonista, un intrattenitore di night-club di Chicago che va in depressione e, credendosi perseguitato dalla malavita, fugge, distrugge i suoi documenti d’identità, si adatta ai lavori più umili.
Conosce una donna che lo comprende e lo aiuta, ha l’occasione di tornare al suo mestiere, ma le ombre dei misteriosi persecutori continuano a ossessionarlo.
Scritto da Alan Surgal e realizzato da Arthur Penn produttore e regista in piena libertà creativa, è il caso di un film ambizioso, anche interessante a livello tematico (esprimere l’ansia, il disagio, le paure di una generazione), ma sbagliato e confuso per mancanza di un focus di aggregazione narrativa e per l’incapacità di conciliare simbolismo, echi kafkiani (filtrati da Orson Welles) e scelte stilistiche, influenzate da Fellini e dai registi francesi della Nouvelle Vague, specialmente da Godard.
Ma i momenti di grande cinema non mancano, da qui la Nomination al Leone d’Oro.
Distribuito in Italia dalla Columbia, all’epoca in edizione originale sottotitolata, oggi è irreperibile.