Roberta Torre dirige e scrive, con la collaborazione di Franco Bernini, il film Mi fanno male i capelli.
Monica (Alba Rohrwacher) è affetta dalla sindrome di Korsakoff, che le fa confondere e dimenticare i ricordi e la realtà. Il marito Edoardo (Filippo Timi) cerca di rendere ogni sua amnesia, ordinaria. In una quotidianità ovattata, Monica continua a vivere e sognare attraverso le cassette dei film di Monica Vitti. L’intera storia è infatti un omaggio a lei, grande attrice, che a sua volta ha sofferto di una forma di demenza.
Edoardo affronta problemi economici, da cui cerca di tenere Monica all’oscuro. Tra cene con amici, che non accettano la condizione della moglie e affari con signori poco raccomandabili, Edoardo non smette mai di alimentare e supportare Monica nelle sue fantasie.
Monica vive intanto nel riflesso dello schermo di una tv anni ’60, che trasmette film di Monica Vitti: parla con lei, ripete le sue battute, la emula in tutto, specialmente nel vestiario. Le due si passano dei cappelli, si scambiano sguardi simili, quasi a farci pensare che siano davvero la stessa persona.
Il film è sicuramente sperimentale: i ricordi si mischiano e le sequenze temporali si alternano, creando nello spettatore un senso di confusione, che indubbiamente lo tiene legato alle emozioni della protagonista. Al tempo stesso provi a slegarti da quel disordine e non capisci fino in fondo alcuni dei passaggi della storia. La mente umana è estremamente attaccata ai ricordi, al piano di realtà e alla circolarità: in questo genere di film bisogna però essere pronti a smarrirsi, così da poterlo comprendere a fondo.
È stato bello ridere di nuovo con Monica Vitti, ricordarne i tratti irriverenti e le capigliature ogni volta diverse, il titolo Mi fanno male i capelli è infatti una sua celebre battuta. La nostra protagonista potrà anche confondere e mischiare le sue idee, ma forse è stata fortunata a legarsi e riflettersi in un mondo così profondo e poliedrico, come è stato quello di Monica Vitti.