Il dramma dei femminicidi in Italia continua ad essere una piaga. Anche la ministra Lamorgese è tornata sul tema, auspicando un ripensamento delle misure di prevenzione. Le donne uccise, secondo l’Istat, erano 123 nel 2017, i più aggiornati dell’Istituto. Dati allarmanti che, in numeri, delineano i contorni di una tragica attualità.
I numeri dei femminicidi in Italia
Negli anni più recenti, anche per i primi 8 mesi del 2021, ci ha pensato il Ministero dell’Interno ad aggiornare le vittime nazionali. E, secondo l’ultimo report, il quadro dei femminicidi in Italia risulta ancora più allarmante nella misura in cui quasi nove donne su dieci conoscevano il proprio assassino. Su un totale parziale di 178 omicidi, infatti, 74 erano di sesso femminile e di queste 65 sono state uccise in ambito famigliare/affettivo. Più nello specifico, 46 sono morte per mano o dell’attuale partner o dell’ex. Nonostante l’alto numero di casi, però, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente gli omicidi sono calati del 5% e i femminicidi del 9%.
Femminicidi in Italia, le statistiche regione per regione
La Calabria è caratterizzata dal tasso di femminicidio più alto: 0,70 omicidi per 100mila donne nel periodo 2015-2017, come mostra il grafico qui sotto che riporta i numeri ufficiali regione per regione.
Seguono il Friuli-Venezia Giulia e la Campania rispettivamente con tassi pari allo 0,69 e 0,62 omicidi per 100mila donne. Le regioni più sicure per le donne sono il Molise e la Valle D’Aosta che mostrano il tasso di femminicidio pari a zero. I dati sono quelli ufficiali dell’Istat, che sta procedendo ad un nuovo censimento. Se, invece, parlassimo in termini assoluti, quindi non tenendo conto della popolazione per regione, scopriremmo che nel 2021 è la Lombardia (11) la regione con più femminicidi. Seguita a pari merito da Emilia-Romagna e Sicilia (8), con poco lontano il Lazio (7).
Tutte le statistiche sui femminicidi
I numeri raccontano altri dettagli interessanti. Sono per esempio in calo i casi di femminicidio in Italia compiuti da mariti o compagni mentre salgono i fatti di sangue perpetrati da fidanzati. Come mostra il grafico, nel 2014 i mariti (o compagni) sono stati gli autori del 69% dei casi di femminicidio in Italia ma nel 2017 il dato è sceso al 44%. I partner: sono stati colpevoli del 33% dei femminicidi nel 2014 ma del 35% nel 2017. Ad aumentare è il dato relativo ad “altri conoscenti” e, purtroppo, quello dei femminicidi con autore non identificato.
L’andamento storico dei femminicidi in Italia
Per fortuna i numeri stanno calando. Ma il fenomeno del femminicidio non cala come quello delle vittime maschili. Inoltre, la relazione vittima-assassino è ciò che più spesso caratterizza le differenze fra omicidi a carico di donne o di uomini. Si tratta, infatti, di due fenomeni strutturalmente diversi: le donne vengono uccise in ambito domestico da partner e familiari, gli uomini da sconosciuti, solitamente negli spazi pubblici. Per fare un confronto: la quota di uomini uccisi da conoscenti è pari a solo il 24,8%, un terzo del corrispondente valore delle donne. Il 3% muore per mano di una partner attuale (7 uomini nel 2017), dell’ex partner lo 0,4% (1 solo uomo), il 12,4% di un parente (29 uomini), il 9% di un conoscente (21 uomini).
Aumentano le segnalazioni al numero antiviolenza
Nel 2006 il Dipartimento delle Pari Opportunità istituì un numero telefonico ad hoc, il 1522, dove operatrici specializzare accolgono le richieste di aiuto e sostegno. Secondo gli ultimi dati Istat più di 49 donne ogni 100mila abitanti si sono rivolte al centralino perché vittime di violenza. Un aumento considerevole, soprattutto contando che nel 2019 la cifra era di 27. L’aumento ha riguardato tutto il territorio nazionale e la tipologia di violenza più segnalata è quella psicologica, che spesso si accompagna a quella fisica. Il Lazio è la regione con più segnalazioni: 40 nel 2018, 38 nel 2019 e oltre 60 nel 2020. I dati sono sempre ogni 100mila abitanti. Seguono poi Campania, Piemonte, Abruzzo e Toscana. Anche in questo caso Valle d’Aosta e Provincia di Bolzano sono le regioni con meno segnalazioni.
La crescita dei femminicidi durante la pandemia
Insomma, durante la pandemia si è registrato un aumento preoccupante che ha riguardato tutta Europa. Nel contesto del lockdown le persone sono state più a stretto contatto e le situazioni già pericolose hanno purtroppo trovato terreno fertile per i violentatori. Inoltre, è aumentata la difficoltà di denuncia e di allontanamento della vittima. A situazioni già in precedenza difficili si sono affiancate emergenze economiche che hanno scatenato reazioni in ambiti familiari. Ecco perché, secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel 2020 le chiamate al 1522 sono aumentate del 79,5% rispetto al 2019, sia per telefono, sia via chat (+71%). Il boom di chiamate si è registrato a partire da fine marzo 2020, in piena emergenza, con picchi ad aprile (+176,9% rispetto allo stesso mese del 2019) e a maggio (+182,2 rispetto a maggio 2019).
I dati sul femminicidio delle straniere
Concentrandoci sulle donne di origine straniera: gli assassini sono, ancor più frequentemente, i partner o gli ex rispetto al dato italiano e, cioè, rispettivamente 58,3% e 40,4%. Le donne straniere sono uccise da “altri parenti” meno frequentemente (20,8% dei casi) rispetto alle italiane (30,3%).
I dati si riferiscono al: 2010-2021
Fonte: Istat, Ministero dell’Interno