“Mi hanno appeso alla Farnesina”, ha commentato così la notizia ai suoi Amici di una vita Carlina e Andrea Bottai della bottega d’arte Pian dé Giullari di Roma Fausto Delle Chiaie. Con la semplicità che caratterizza l’uomo, grande artista invece, “artista en plein air”, in una delle definizioni che ha coniato per lui il critico d’arte Achille Bonito Oliva, accanto a quella di “artista situazionista”, per il suo utilizzo di oggetti comuni o di scarto che il luogo dove opera di volta in volta offre e a cui dà nuovo significato.
E invece è una grande notizia perché la Collezione Farnesina, nel palazzo occupato dal 1959 Ministero degli Esteri a Roma, è il museo che il mondo ci invidia. Per le oltre 700 le opere-manifesto della nostra arte contemporanea ad oggi custodite in quello che è l’esito dell’innovativo progetto portato avanti nel tempo con passione, dall’ex segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore, oggi a riposo, Umberto Vattani. Un progetto che ha avuto un cammino lungo, spesso raccontato dallo stesso Ambasciatore in diverse occasioni e con orgoglio, iniziato con il rifacimento del palazzo, con le opere d’arte ottenute in prestito e poi in comodato d’uso gratuito, il che regala mobilità alle opere stesse e non fa della Collezione un’esposizione statica. Ogni piano del Ministero ospita infatti opere d’arte in un contenitore aperto ad un pubblico in costante aumento, che può così entrare in contatto con un complesso di opere altamente rappresentative del panorama artistico italiano del ‘900 e contemporaneo.
E così da oggi anche un’opera del M. Fausto Delle Chiaie entra nella prestigiosa Collezione, un riconoscimento importante per l’Artista, oggi settantanovenne, la cui arte, è stato scritto, “ha onorato con ironica genialità il Paese e la città di Roma in particolare”. “Distanziamento Sociale il titolo dell’opera entrata nella raccolta, un’idropittura e pennarello su tela di lino, anno 2022, delle dimensioni di cm. 187 x 213. Distanziamento sociale che, naturalmente, è esattamente l’opposto di quello che l’Artista pratica, che è invece il contatto e lo scambio. Ma con quest’opera ha voluto fotografare una inedita situazione esistenziale collettiva imposta dal lockdown in periodo di pandemia e consegnarla così ad una memoria futura.
L’ingresso nella Collezione Farnesina significa quindi molto per Fausto Delle Chiaie, sempre scevro da interessi economici, davvero un artista “puro” ispirato solo dalla sua passione, dai suoi convincimenti, dal suo estro. È un riconoscimento all’impegno, anche sociale, di una vita. Significherà ancora di più per i suoi tanti estimatori, per chi ne ha apprezzato la visione, lo ha sempre sostenuto e amato, a Roma e non solo.
Fausto Delle Chiaie è attivo a Roma dagli anni’70, conosciuto anche per il progetto del “suo” museo in Piazza Augusto Imperatore dove a lungo sono state esposte al libero sguardo dei passanti alcune opere, anche in sua assenza. Esito del suo “Manifesto Infrazionista” del 1986, dove si legge che infra-azione “è un’azione-collocazione-donazione di una o più opere, mostrate a terra da parte dell’artista nei luoghi dell’arte…è il grido d’allarme artistico del malessere storico; dell’accecamento del semplice e dell’umile, L’infrazione nasce dalla privazione della realtà visiva d’agire-pensare-fare… È la goccia che trabocca e vuole vivere con l’acqua”. Un attivismo che ha fatto dire, sempre ad Achille Bonito Oliva, che Delle Chiaie “crea una democrazia dello sguardo”. Nella sua arte convivono influenze di arte povera, arte informale, pop art e tanta umanità. Lui stesso dice “l’arte è un gesto umano” e ne ha fatto spesso lo strumento per denunciare situazioni gravi o dolorose, come quella dei migranti in mare.