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‘Fatturazione elettronica, una miniera di dati per le aziende’. Intervista a Giovanni De Vivo (Menocarta.net)

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I potenziali vantaggi economici e di business legati alla fatturazione elettronica fra privati, alla luce degli ottimi risultati dell’obbligo di fatturazione elettronica verso la PA, in vigore dal 31 marzo 2015. Dell’imminente allargamento della normativa alla fatturazione B2B abbiamo parlato con Giovanni De Vivo, presidente di Menocarta.net, rete d’imprese fra le più attive nell’ambito della documentazione digitale di aziende, enti e professionisti.

Key4biz. Il 31 marzo 2015 è entrato in vigore l’obbligo della fatturazione elettronica verso la Pubblica Amministrazione: qual è il bilancio?

 

Giovanni De Vivo. I numeri relativi agli invii delle fatture elettroniche parlano chiaro. Più di 14 milioni fatture elettroniche inviate al Sistema di Interscambio Sogei nei primi 14 mesi, una media di 60 mila fatture al giorno destinate a oltre 22.700 pubbliche amministrazioni, un aumento del 500% del numero delle fatture elettroniche inviate dalle imprese fornitrici alla PA da marzo ad ottobre 2015.

Key4biz. Si tratta di una tecnologia che sta prendendo piede quindi?

 

Giovanni De Vivo. Sì, basta guardare il tasso di anomalie sceso dal 15% al 5%. Ci sono state delle resistenze iniziali, com’era prevedibile, ma ora in molti iniziano a capirne i reali vantaggi.

 

Key4biz. Non possiamo certo dire che sia stato un passaggio indolore per molti professionisti…

 

Giovanni De Vivo. Assolutamente no, è innegabile che ci siano state e ci siano tuttora notevoli resistenze da parte di chi vede la fatturazione elettronica come l’ennesima scocciatura senza alcuna convenienza. Quello che i più faticano a capire è che non si tratta di una semplice “versione digitale” di un documento cartaceo, ma della creazione di un flusso di informazioni digitali in vista di un maggior controllo di gestione.

Key4biz. Di fatto, si può dire che si tratta di un cambiamento del modo di fare impresa?

 

Giovanni De Vivo. Esattamente, si tratta dell’estensione anche in Italia del Supply Chain Finance, un approccio alla finanza aziendale che prevede una crescente e stringente integrazione delle dinamiche contabili e finanziarie tra aziende nelle diverse filiere di fornitura, e della possibilità di profilare servizi customizzati per il cliente, perché se il denaro diventa digitale, si trasforma in una mole enorme di informazioni da usare per il miglioramento dei servizi.

Key4biz. Questi sono però vantaggi a lungo termine, ma nel concreto perché dovrebbe convenire ad un professionista o ad un’azienda adottare la fattura elettronica anche tra i privati?

 

Giovanni De Vivo. Perché è un’ottimizzazione dell’intero flusso, che si configura come un elemento di rafforzamento dell’integrità dell’intero processo del ciclo attivo/passivo con dinamiche di incasso/pagamento e anticipo a minori costi per le aziende.

Nel concreto, dalla gestione dei documenti digitali uno studio professionale riesce a risparmiare una cifra pari al 20% del proprio bilancio e più dell’80% del costo di produzione dei servizi di tenuta contabile e adempimenti fiscali.

Un’azienda riesce invece a risparmiare dai 3 agli 8,5 euro per singola fattura e dai 25 ai 65 euro per la digitalizzazione dell’intero ciclo dell’ordine. Continuare a stampare fatture e documenti su carta sarebbe come comunicare con i clienti solo attraverso posta ordinaria invece che email.

Key4biz. In quali ambiti si muove Menocarta.net?

 

Giovanni De Vivo. L’organizzazione vede l’aggregazione di 8 imprese specializzate nell’ICT e nella consulenza d’impresa. Nell’ultimo anno, nell’ambito della fatturazione elettronica, la rete ha gestito oltre 2 milioni di fatture destinate alla Pubblica Amministrazione. La rete d’impresa è presente sul territorio a livello nazionale con una rete capillare di 100 commercialisti partner e 3 sedi operative rispettivamente a Roma, Napoli e Milano oltre che a Padova con un innovativo workspace completamente paperfree.

 

Key4biz. Può citare qualche azienda che ha creduto in voi e in questi vantaggi?

 

Giovanni De Vivo. Certo, tra le aziende che si avvalgono dei nostri servizi c’è la società di recruitment Page Personnel, marchi dell’abbigliamento come Benetton e Moorer, industrie come il gruppo Carraro, Fidia e Emerson. Recentemente proprio grazie ai servizi di Fatturazione Elettronica B2B di filiera da noi forniti, ha vinto il “Premio Innovazione Digitale” a Smau Milano 2015 il gruppo Ascopiave, società che si occupa di distribuzione e vendita  di gas ed energia elettrica a 1,2 milioni di abitanti e che conta 585 milioni di euro di ricavi (dati 2014).

Key4biz. Quali sono i vantaggi potenziali dalla dematerializzazione documentale per il sistema paese?

 

Giovanni De Vivo. I vantaggi totali che si potrebbero ottenere dalla dematerializzazione dei 45 miliardi di documenti “business” prodotti in Italia ogni anno (circa 600 miliardi di fogli di carta) si tradurrebbero in 4 milioni di tonnellate di Co2 non immesse in atmosfera, in 24 milioni di alberi non abbattuti, in 10 miliardi di ore di lavoro in meno e in un risparmio economico di 12 miliardi di euro (solo considerando i costi di cancelleria). Noi come Menocarta.net dall’apertura del workspace di Padova abbiamo gestito 2.200.000 fatture in formato digitale. Ciò significa che è stato possibile non stampare circa 5 milioni di pagine, una pila di carta alta 50 metri, più o meno come un grattacelo di 17 piani, pesante 25 tonnellate riuscendo così a non immettere nell’ambiente 42 tonnellate di Co2 e a non abbattere 63 alberi. I risparmi totali poi oscillano tra gli 8,8 milioni di euro (in caso di digitalizzazione di una singola fattura) e i 19,8 milioni di euro per gli interscambi di documenti digitali più strutturati.

 

Key4biz. Come cambierà il panorama con l’entrata in vigore del decreto sulla fatturazione elettronica tra privati?

 

Giovanni De Vivo. Sarà un nuovo passo in avanti, un nuovo step verso una reale “alfabetizzazione” digitale di professionisti ed imprese. E in questo senso va anche l’azione del governo, basti pensare che attraverso il decreto legislativo n. 127/2015 i soggetti che decideranno di avvalersi della trasmissione telematica delle fatture o dei relativi dati e dei corrispettivi avranno rimborsi Iva eseguiti in via prioritaria, esonero dalle comunicazioni obbligatorie per spesometro, black list e limitazioni Intrastat, riduzione di un anno (da quattro a tre) dei termini di accertamento, semplificazione dei controlli fiscali.

Key4biz. E quei professionisti che proprio non riescono a convincersi dei vantaggi, che rischi corrono secondo lei?

Giovanni De Vivo. La pervasività tecnologica mette a rischio tutti i mestieri che non saranno in grado di stare al passo coi tempi. In particolare la fatturazione elettronica, la conservazione a norma e, più in generale, la digitalizzazione dei processi aziendali creano da un lato delle opportunità perché offrono chance per diventare più competitivi;  ma dall’altro possono essere anche un fattore di uscita dal mercato per chi non sarà celere nell’adeguarsi: più ci si spinge verso l’automazione dei processi, più è alto il rischio che le figure professionali così come le abbiamo intese fino ad oggi scompaiano. E’ chiaro a tutti che questa sia una strada di non ritorno nei prossimi anni, con tutte le conseguenze immaginabili sulla modalità di gestire e fare consulenza alle aziende.

 

Key4biz. Quindi quale sarà il ruolo del professionista in futuro?

 

Giovanni De Vivo. Il commercialista, per esempio, potrà/dovrà essere il certificatore dei flussi di fatturazione elettronica a sensi della circolare 18/E dell’Agenzia delle Entrate, nonché il responsabile della conservazione sostitutiva a norma. E’ proprio in questa direzione che va l’accordo sottoscritto recentemente da Menocarta.net e Pwc: garantire da un lato la diffusione di una vera cultura digitale e di una gestione affidabile ed efficace dei flussi documentali digitali nelle aziende, e dall’altro lato la compliance ed assurance dei processi aziendali interessati dai flussi documentali digitali.

Key4biz. Quale il futuro, invece, delle aziende che non si adegueranno?

 

Giovanni De Vivo. Nell’immediato, è l’impossibilità di lavorare per la pubblica amministrazione; nel prossimo futuro, è quello di uscire dal mercato in quanto il proprio modello organizzativo non è in linea con quanto il mercato richiede, perdendo peraltro l’opportunità significativa che il sistema degli incentivi fiscali messi a punto dal Governo oggi sono a portata di PMI e Grandi Imprese, grazie al recente D.Lgs. 127/2015.. E’ auspicabile, dunque, un nuovo modo di fare impresa.

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