Botta e risposta tra Asstel e Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico. “Alla luce delle notizie incontrollate riportate da alcuni organi di stampa in merito alla vicenda della fatturazione a 28 giorni”, Asstel, l’associazione che nel sistema Confindustria rappresenta le imprese della filiera delle Telecomunicazioni, comunica “di aver chiesto, per conto di tutti gli operatori telefonici associati, di poter incontrare quanto prima sia il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda sia i parlamentari promotori dei disegni di legge sul tema”.
La replica del ministro è stata immediata: “Sulla fattura a 28 giorni da parte delle società di tlc ci sarà una misura ‘pro-futuro’ in manovra”, ha detto Carlo Calenda a margine di un’audizione alla Camera. “Il tema che non riguarda me è il pregresso”, ha aggiunto il ministro, ribadendo: “E’ chiarissimo che si tratti di una pratica commerciale scorretta”. “Possiamo incontrarli o meno, ma il tema per noi è già definito”, ha concluso Calenda.
Infatti sul tema è stato depositato dal Pd al Senato un emendamento al decreto fisco, a firma Stefano Esposito e Andrea Marcucci. Il testo, che ricalca la proposta di legge depositata alla Camera da Alessia Morani e modifica la legge del ’95 che ha istituito le authority, prevede il divieto, in tutti i settori soggetti ad authority indipendenti, di emettere fatture a 28 giorni. Previsto anche il raddoppio delle sanzioni e un indennizzo forfait da 50 euro per i clienti.
La vicenda sulla fatturazione a 28 giorni sta animando il dibattito pubblico da quando l’Agcom (relatore il commissario Francesco Posteraro) ha deciso di avviare un procedimento sanzionatorio nei confronti di Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto della cadenza mensile delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche. “La fatturazione a 28 giorni determina, nella sostanza, un aumento dei prezzi dell’8,6% su base annua”, ha commentato, il 14 settembre scorso, il commissario Posteraro, che poi ha aggiunto: ”Gli operatori hanno ovviamente la facoltà di aumentare i prezzi. Devono farlo, però, in maniera chiara e trasparente, per consentire agli utenti di averne piena consapevolezza. Agcom dubita che questo sia avvenuto”.
La replica degli operatori telefonici associati in Asstel è giunta il giorno dopo l’annuncio dell’avvio del procedimento sanzionatorio: “È in gioco la libertà d’impresa, la delibera Agcom è priva di fondamento”, e l’associazione ha presentato ricorso al Tar del Lazio che si esprimerà a febbraio.
‘La fatturazione a 28 giorni è legittima’
Asstel, altresì, ribadisce oggi, con un comunicato stampa, “che gli operatori telefonici che propongono un periodo di fatturazione a 28 giorni hanno adottato comportamenti legittimi in quanto la tariffazione è a tutti gli effetti una componente dell’offerta commerciale”. Nella nota si legge anche: “Tutti gli operatori sono sempre stati e sono disponibili al dialogo con le istituzioni, purché si rispettino i principi della libera concorrenza, tra i quali è fondamentale quello della libertà di determinare le condizioni di offerta dei servizi. Va salvaguardato il modello liberalizzato che ha caratterizzato il mercato della telefonia negli ultimi venti anni, con notevoli benefici per il Paese in termini di costante diminuzione dei prezzi dal 2010, consistenti investimenti dell’ordine di circa 6,5 miliardi di euro l’anno, servizi innovativi in continua crescita quantitativa e qualitativa. Intervenire con un obbligo legislativo sui prezzi andrebbe contro tutto questo e ci porterebbe in un quadro normativo di dubbia compatibilità con quello europeo”.
In questa nostra videointervista esclusiva, Angelo Marcello Cardani, il presidente dell’Agcom, ha dichiarato che “la fatturazione a 28 giorni per l’Autorità è una pratica profondamente scorretta e c’è il rischio contagio anche in altri settori, come le bollette di luce e gas”. Infine, però, Cardani precisa: “Se le imprese considerano la pratica giustificata allora comunichino chiaramente ai clienti l’aumento del costo del servizio e i consumatori reagiranno come meglio crederanno”.
Dunque è la mancata chiarezza e trasparenza che Agcom contesta agli operatori telefonici che inviano la fattura della telefonia fissa ogni 28 giorni. Vedremo se il Parlamento si esprimerà in merito con una legge ad hoc e attendiamo sia la chiusura del procedimento sanzionatorio dell’Authority sia la sentenza del Tar.