Da oggi scatta l’obbligo di fatturazione elettronica per tutte le Pubbliche Amministrazioni, relativamente alla cessione di beni e prestazioni di servizi effettuate dalle imprese. E dal 15 aprile sarà la volta del modello 730 precompilato.
Anche gli Enti locali non potranno quindi accettare fatture emesse o trasmesse in forma cartacea, così come già fanno i Ministeri, le agenzie fiscali ed gli enti nazionali di previdenza e assistenza che utilizzano la fatturazione elettronica già dallo scorso 6 giugno.
Procede quindi il passaggio verso la PA Digitale mentre si registrano le dimissioni del presidente dell’Agenzia per l’Italia Digitale, Alessandra Poggiani, tra le polemiche e la speranza che per il futuro il Governo inverta la rotta a partire da Cloud e Data Center.
Sull’obbligo di fatturazione elettronica per la PA, soddisfazione del Presidente del Consiglio Matteo Renzi che su Facebook commenta: “Da oggi la fatturazione elettronica è obbligatoria per tutta la Pubblica Amministrazione. Significa una rivoluzione digitale che coinvolgerà altri 12.000 enti locali, tra Regioni, Province, Comuni, ma anche scuole, università e Camere di Commercio. A giugno, nella prima fase della sperimentazione, erano già stati coinvolti 9000 enti della PA centrale”.
Secondo Renzi, “Questo cambiamento epocale porterà grandi risparmi di tempo e denaro non solo per lo Stato (e parliamo di circa 1,5 miliardi di euro l’anno), ma anche per le aziende che lavorano con la Pubblica Amministrazione”.
Questo, conclude il Premier, “significa un rapporto più semplice e più trasparente, con il controllo della spesa da parte dello Stato e con la certezza dei tempi di pagamento per le aziende. Questo è un pezzo fondamentale della riforma della PA, che la rende più moderna, più efficiente, più vicina alle esigenze del cittadino e delle imprese“.
Obiettivo del Governo è procedere speditamente verso la semplificazione della procedura amministrativa nel rapporto tra pubblica amministrazione e fornitori, in un’ottica di trasparenza, monitoraggio e rendicontazione della spesa pubblica.
Sulle dichiarazioni del Premier non è però d’accordo Renato Brunetta, capogruppo di Fi alla Camera, che in una nota precisa: “A Renzi sulla fatturazione elettronica dico che oggi è troppo facile cantar vittoria per nascondere il pressapochismo del suo tanto sbandierato piano per la crescita digitale. Parla di 1,5 miliardi di euro di risparmio (che vorrebbe dire 30 euro per ogni fattura, una enormità), di 9.000 enti della pubblica amministrazione centrale già coinvolti, di altri 12.000 enti delle amministrazioni locali. Numeri di pura fantasia, visto che fino ad oggi è stata gestita come un’altra tassa per le imprese, che in media spendono 15 euro per ogni fattura elettronica”.
“Altro che ‘passaggio epocale’ – indica Brunetta – questa è solo la prova definitiva della distanza del Premier dai piani per la agenda digitale”.