Scatta l’ora ‘X’ per il fisco digitale. Da domani entra in vigore l’obbligo di fatturazione elettronica per tutti i fornitori della PA, la cosiddetta fase due del provvedimento, disegnato per facilitare una volta per tutte i rapporti tra Amministrazione Pubblica e imprese. Tra l’altro, sempre in ottica di semplificazione, il 15 aprile entra in vigore per 20 milioni di Italiani un altro provvedimento, che riguarda l’invio del modello 730 precompilato.
Fatturazione elettronica
Secondo stime, sono 12.250 gli enti che parteciperanno alla fase due sulla fatturazione elettronica, coinvolgendo nel processo province, regioni, comuni, Camere di commercio, industria, aziende del servizio sanitario e molti altri. L’operazione digitalizzazione era già stata avviata a giugno per i ministeri, enti nazionali di previdenza e agenzie fiscali con un coinvolgimento di circa 9.050 enti. Obiettivo della fase due? Raggiungere circa 43.000 uffici pubblici e oltre 2 milioni di aziende coinvolte.
Continua anche in questi giorni la corsa all’accreditamento da parte delle amministrazioni. Secondo i dati di monitoraggio dell’AgID, gli enti non registrati su IPA (Indice informatico delle pubbliche amministrazioni) sono ancora 449, a fronte di 11.775 amministrazioni in regola, con almeno un ufficio di fatturazione elettronica attivo, mentre sono già 170 quelle che hanno avviato in anticipo il servizio di fatturazione elettronica.
Dati che fanno di certo ben sperare, ma che si scontrano con le prime difficoltà incontrate nella fase uno del processo di digitalizzazione. Secondo il report dell’Agenzia dell’Entrate, l’invio plurimo della fattura digitale è stato l’errore più comune commesso dagli enti – l’unica fattura certificata, secondo le norme, è quella del primo invio – con 187.000 fatture scartate (il 36%) sulle 517.000 totali. Seguono, al secondo posto, gli errori legati al certificato di autorizzazione e, a sorpresa, solo il 5% degli scarti è dovuto all’inserimento del ‘codice univoco d’ufficio’ errato.
Bisogna quindi vedere come andrà questa seconda fase, ancora più delicata della prima, perché il volume delle fatture da gestire sarà 10 volte superiore a quello attuale. Secondo una stima della Cgia di Mestre, per la fine dell’anno verranno emesse all’incirca 50 milioni di fatture digitali, per un valore medio di 135 miliardi di euro. In aggiunta, c’è anche un certo di tipo di ostacolo culturale che potrebbe riguardare le piccole e medie imprese, che non percepiscono l’attuale risparmio legato alla digitalizzazione dei pagamenti. Secondo stime, con il digitale si prevedono risparmi dell’80% rispetto al cartaceo: nella fatturazione digitale, un problema già risolto dall’amministrazione pubblica dal momento che possono contare sulla piattaforma – già digitalizzata – della Ragioneria Generale dello Stato.
Modello 730 precompilato
Alla svolta digitale di domani si aggiungerà il 15 aprile- in via del tutto sperimentale – il 730 precompilato a disposizione dei titolari di redditi di lavoro dipendente e pensionati. Il vantaggio è che non saranno effettuati i controlli documentali sugli oneri detraibili e deducibili. L’operazione coinvolgerà all’incirca 20 milioni di Italiani e potrebbe portare un’ulteriore svolta nel digital divide italiano. Staremo a vedere.
Intanto, per tutti i servizi legati alla nuovo Modello 730 precompilato, per la dichiarazione dei redditi 2015 è necessario accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate attraverso un codice Pin personale.
Il Pin può essere richiesto online, dal sito dell’Agenzia agenziaentrate.gov.it e inserendo alcuni dati personali; al telefono, chiamando il servizio di risposta automatica al numero 848.800.444; in ufficio, presentando un documento di identità.