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Fastweb-Vodafone, remedies insufficienti?

La fusione Fastweb (Swisscom)-Vodafone Italia arriva all’ultima curva. Manca soltanto il via libera dell’Antitrust italiano per chiudere l’operazione. La fase di approfondimento da parte dell’Autorità di Piazza Verdi è iniziata ufficialmente il 10 settembre e siamo in dirittura d’arrivo, visto che il procedimento in Fase II dura 90 giorni e scade il 10 dicembre. L’esito finale è atteso nei tempi, tanto più che Swisscom ha fissato per il primo trimestre del 2025 la chiusura della transazione da 8 miliardi di euro.

Dopo il disco verde incassato dagli altri soggetti coinvolti, fra cui l’Antitrust Ue e il via libera incondizionato sia dalla Presidenza del Consiglio dei ministri italiano (legislazione sul golden power) e la Commissione della concorrenza svizzera, si attende soltanto l’esito dell’indagine dell’Agcm.

Interlocuzioni in corso

Dietro le quinte, sono in corso interlocuzioni fra l’Agcm e i competitor, che hanno affilato le armi. Già a settembre i concorrenti avevano presentato diversi rilievi sul fronte dei rischi per la concorrenza, soprattutto nel campo dell’offerta wholesale e nel segmento della banda ultralarga per la PA che sarebbe sotto la lente dell’Antitrust.

L’Autorità stessa aveva individuato alcuni rischi di posizione dominante, in particolare nella banda ultralarga fissa  e nel segmento dell’FTTH, respingendo invece altri rilievi della concorrenza legati ad una super dotazione frequenziale.

Remedies insufficienti?

Ma i remedies presentati avrebbero sollevato più di una perplessità da parte dei concorrenti che li avrebbero giudicati insufficienti, secondo una fonte vicina al dossier.

Le interlocuzioni dell’autorità con i diversi stakeholder coinvolti sono ancora in atto.

D’altra parte, l’operazione è importante e risulterà nella nascita di un gigante delle Tlc che cambierà il panorama del mercato.

Ne vedremo delle belle.

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