Supercomputer AI

Fastweb lancia il supercomputer della Neext AI Factory: “Addestrerà il modello italiano Miia”

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Il provider svela il progetto di intelligenza artificiale a servizio delle aziende e pubbliche amministrazioni, con un approccio sicuro e rispettoso della cultura italiana. Presso il data center di Aruba nascerà il modello "Miia".

Nell’era dell’intelligenza artificiale generativa, non ci sono solo iniziative pubbliche a incentivare la nascita di sistemi intelligenti e modelli innovativi di AI. Adesso tocca a Fastweb, che presso il Data Center di Aruba a Ponte San Pietro, nella bergamasca, ha presentato la sua Nexxt AI Factory. Si tratta di un’iniziativa che porta all’interno della facility di Aruba, già un’eccellenza del settore nel nostro Paese, un supercomputer dedicato all’intelligenza artificiale, in modo particolare per l’addestramento del modello dell’azienda, Miia.

“Negli ultimi sei mesi abbiamo corso come da pazzi per mettere in piedi un ecosistema unica” ha detto Walter Renna, Ceo di Fastweb. “L’AI è un mercato centrale che richiede competenze e hardware giusti. Ogni anno, Fastweb investe circa il 24% dei suoi ricavi in innovazione. Ed è così che siamo giunti qui, dopo una roadmap partita nel dicembre del 2023”.

Walter Renna, Ceo di Fastweb

Di fatto, Nexxt AI Factory è il primo supercomputer in Italia di un’azienda privata totalmente dedicato all’AI generativa. Grazie ad una partnership con Nvidia, Fastweb è riuscita a tagliare i tempi di attesa delle componenti necessari per realizzare la sua macchina. “Il supercomputer è inserito all’interno dell’ecosistema Fastweb e ciò assicurare sicurezza, resilienza e potenza, collegata alla fibra di Fastweb. Quale vantaggio vogliamo dare? Sicuramente i dati: questi sono l’asset più importante di aziende e PA e con noi restano in Italia. Ogni singola impresa che vorrà supportarci nello sviluppo di progetti di AI potrà beneficiare del sistema con la sicurezza di una governance delle informazioni con le massime forme di difesa”.

Approccio responsabile

A potenziare Neext AI Factory sono 1.500 miliardi di token, l’equivalente di 11 milioni di libri. Mondadori, Bignami, Istat tra i partner che hanno permesso a Fastweb di raggiungere un tale dataset. Infrastrutture, dati e quindi “Miia”. La parola sta per Modello Italiano di intelligenza Artificiale, ed è una soluzione che punta tutto su rapidità e validità delle risposte. “Non vogliamo competere con ChatGpt ma portare l’AI all’interno delle aziende, che rispecchi la lingua e la tradizione italiana, con qualità e riduzione dei bias”. Su Miia, Fastweb sta sviluppando sistemi di controllo, in modo da circoscrivere gli ambiti di utilizzo e rispecchiare le necessità di imprese e pubbliche amministrazioni”.

Contenuti di qualità

“Vada per l’AI generativa ma non dobbiamo dimenticare che il settore, per crescere, ha bisogno di una certa trasversalità nelle competenze. Servono matematici, tecnici ma anche filosofi e umanisti, che comprendano come integrare al meglio la tecnologia nel tessuto quotidiano” le parole di Augusto Di Genova, Chief Enterprise Officer di Fastweb. L’importanza di un modello nazionale arriva dall’intervento di Andrea Santagata, AD di Mondadori Media. “Avere un modello italiano con presupposti di personalizzazione e localizzazione è importante almeno quanto affidarsi ad un’infrastruttura capace di offrire il necessario grado di protezione alle informazioni. È importante inoltre avere una trasparenza massima su ciò che sta alla base di un LLM. C’è un’azienda che investe in Italia, Fastweb, e che abilita altre a innovare nel contesto, spostando più in avanti il limite delle possibilità. Per dotare il paese di una soluzione di qualità bisogna avere dati di qualità e Mondadori è qui per questo”.

Il tema delle competenze

“Oggi stiamo facendo in Italia e in Lombardia un salto quantico straordinario” sottolinea Alessandro Fermi, Assessore all’università ricerca e innovazione della Regione Lombardia. “Al mio insediamento, abbiamo scelto di costruire un percorso di ausilio a chiunque intenda accelerare i progetti responsabili di intelligenza artificiale. Come ente, dobbiamo aiutare sia le piccole e medie imprese a capire come trarre il meglio dalla tecnologia che estendere il brand italiano dell’AI all’estero”.

Alessandro Fermi, Assessore all’università ricerca e innovazione della Regione Lombardia

“Dobbiamo lavorare insieme, sia sul tema delle risorse che su quello delle competenze, sfruttando le università per favorire un processi di formazione in linea e con i tempi che l’AI richiede, molto rapidi e concreti”. Poi Massimiliano Capitanio, Commissario Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. “Le regole diventano necessarie a rendere possibile l’attuazione corretta dell’intelligenza artificiale. L’Autorità in Italia esiste da oltre 26 anni e accompagna il futuro delle tecnologie sotto vari aspetti. Dalla concessione delle frequenze al copyright, abbiamo dimostrato di voler essere in prima linea per adattare la normativa alle novità per i consumatori, dando la possibilità agli utenti di sfruttare al massimo i servizi senza limitarli”.

Brando Benifei, Europarlamentare e co-relatore AI Act, ha ricordato che in due anni e mezzo, il Parlamento UE ha cercato di disegnare regole non per contrastare lo sviluppo dell’AI ma facilitarlo. “Il modello europeo vuole raggiungere un equilibrio per tutelare i valori democratici e le idee di business. Sostenere chi oggi crea i contenuti è fondamentale ma niente può funzionare senza la formazione permanente, senza una cultura dell’AI diffusa e in assenza di infrastrutture e di strategie di concerto. Se sommiamo la capacità dei computer nazionali europei siamo oltre gli Usa e la Cina. Serve dunque collaborazione e una politica internazionale di supporto all’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale”.

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