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Farnese Vini: un piccolo gioiello del Made in Italy

Farnese Vini

Mentre il sistema finanziario di Chieti affonda sotto il peso dei crac bancari, il sistema produttivo resiste. Così accade che proprio nella terra che sconta il tracollo di Carichieti, il più tradizionale dei business, quello agroalimentare, prospera dando vita a realtà di pregio. Imprese apprezzate all’estero come la Farnese Vini, fondata nel 1994 da Valentino Sciotti, Filippo Baccalero e Camillo De Iulis, ed oggi di proprietà del gruppo Benetton attraverso il fondo 21 investimenti.

Farnese è un piccolo gioiello, esempio concreto della capacità imprenditoriale italiana: cinquanta milioni di euro di fatturato, una crescita a due cifre e un utile ante imposte in miglioramento del 20%. Proprietaria di sette cantine che spaziano in tutto il Mezzogiorno, l’azienda conta di espanserdi ancora. Per ora però può contare su vigneti che vanno dall’Abruzzo (con le cantine Caldora e Fantini) alla Sicilia (con Cellaro e Vigneti Zabù), passando per la Puglia (con i Vigneti del Salento), la Campania (con Vesevo) e la Basilicata (con i Vigneti del Vulture).

Farnese è insomma un vero impero nel vino italiano: in totale le sette cantine producono un totale di 16 milioni di bottiglie per ben 80 diverse etichette. Difficile trovarle nei supermercati italiani perché questa produzione prende quasi totalmente (il 93%) la via delle tavole straniere. Un vero successo per i Benetton che aplicano al vino le strategie di crescita e sviluppo usate nella moda. Che cosa ha questa avventura in comune i due settori? In entrambi, il buon gusto è essenziale. Per questo bottiglie come l’etichetta simbolo “Edizione Cinque Autoctoni” di Fantini è una sorta du simbolo del saper vivere italiano perché affonda le radici in ben cinque vitigni (Montepulciano, Primitivo, Sangiovese, Negroamaro e Malvasia Nera) di Abruzzo e Puglia.

E poi il re del lusso francese Bernard Arnault non ha ampiamente dimostrato che wine & spirits vanno d’accordo con il fashion system? Basti pensare che al gruppo Lvmh, controllato da Arnault, fanno capo gli champagne più rinomati. E del resto, cosa di meglio, di stappare una bottiglia alla fine di una sfilata? I Benetton brindano al successo dei loro vini e guardano lontano perché, come hanno fatto nella moda, sono certi che fuori i confini nazionali troveranno ancora spazio per crescere.

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