Bastava pagare e si poteva avere l’illusione di aggirare le norme sul green pass con una certificazione falsificata.
Con l’indagine “Fake pass” sono state 4 le persone denunciate dalla Polizia postale e delle comunicazioni; due maggiorenni e due minorenni che su canali Telegram avevano catalizzato l’attenzione di migliaia di iscritti vendendo falsi green pass per importi che andavano dai 150 ai 500 euro. Il pagamento avveniva tramite porzioni di bitcoin, la criptovaluta più conosciuta, o attraverso buoni acquisto per lo shopping online.
Chiusi 32 canali Telegram
Alla fine, nonostante gli indagati abbiano cercato di confondere i passaggi di denaro utilizzando appunto criptovalute come pagamenti, sono stati scoperti e i loro canali Telegram, una trentina circa, sequestrati.
Gli ingenui acquirenti
Gli ingenui acquirenti, con la garanzia dell’anonimato assoluto, pagavano le false certificazioni di avvenuta vaccinazione contro il Covid 19 sperando così di aggirare la normativa e potersi muovere più liberamente in questo periodo estivo, pur senza vaccinazione.
Peccato che oltre a chiedere una cosa illegale chiedevano una cosa impossibile da realizzare: le false certificazioni non avrebbero infatti superato alcuna verifica sull’App ufficiale “VerificaC19”; attraverso l’applicazione viene interrogata la banca dati ministeriale contenente l’elenco ufficiale della popolazione vaccinata e, di conseguenza, un Qr-code generato con una certificazione non autentica sarebbe stato immediatamente scoperto.
L’indagine non è ancora chiusa perché la Polizia postale sta lavorando per identificare altri amministratori dei canali di messaggistica e gli utenti che hanno richiesto la falsa certificazione.