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Fake news, perché il governo britannico vuole regolamentare Facebook e Google

Un nuovo report commissionato dal governo britannico ha evidenziato che Facebook e Google dovrebbero essere regolati – in quanto agiscono da aggregatori e distributori di notizie – nel tentativo di combattere la diffusione di fake news.

Il report The Cairncross Review: a sustainable future for journalism della rivista Cairncross, diretta dall’ex redattore dell’Economist Dame Frances Cairncross e sostenuta da un gruppo di esperti, ha sottolineato come i giganti della ‘tech giant’ dovrebbero avere un “obbligo di qualità delle notizie supervisionato da un regolatore, per migliorare la qualità dell’informazione.

La relazione, commissionata da Theresa May per indagare sulla sostenibilità del giornalismo di qualità di fronte al calo delle vendite di giornali e alla caduta dei ricavi, invita i ministri a esaminare nuove agevolazioni fiscali per il giornalismo di “interesse pubblico“, con finanziamenti diretti per le notizie di interesse pubblico locale.

Inoltre il Report mette in evidenzia come il potere di Google e Facebook ha catturato la maggior parte dei ricavi pubblicitari online, rendendo difficile per gli editori tradizionali, come i giornali, competere in modo efficace.

Al fine di creare una parità di condizioni, ha richiesto la creazione di nuovi codici di condotta, supervisionati da un regolatore, per “riequilibrare” la relazione.

Questi potrebbero includere impegni da parte delle piattaforme di non imporre il proprio software pubblicitario agli editori di notizie, in relazione alle quote dei ricavi pubblicitari online e con l’impegno a lavorare “in modo collaborativo” su come vengono presentati i contenuti delle notizie.

La rivista afferma che il governo dovrebbe imporre un obbligo alle piattaforme più ampie per migliorare il modo in cui gli utenti comprendono l’origine degli articoli e l’affidabilità delle loro fonti, in modo da aiutare i loro lettori a capire meglio le notizie “buone” o “di qualità”.

Mentre ogni piattaforma dovrebbe escogitare soluzioni che meglio si adattano alle esigenze dei propri utenti, i loro sforzi dovrebbero essere sottoposti a controllo normativo – questo compito è troppo importante per lasciare interamente il giudizio delle entità commerciali“, ha evidenziato lo studio della rivista. “Se diventa chiaro che gli sforzi non hanno aumentato la portata di notizie di alta qualità, o hanno avuto un impatto misurabile sulla qualità dell’impegno delle persone con le notizie online, potrebbe essere necessario imporre disposizioni più severe“.

La rivista ha anche invitato l’Autorità per la concorrenza e i mercati a indagare sul funzionamento del mercato della pubblicità online per garantire una concorrenza leale e per l’Ofcom a lavorare con il governo sullo sviluppo di una strategia di alfabetizzazione mediatica.

Per leggere il report completo clicca qui.

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