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Fake news, ‘Multe e carcere per chi scrive bufale sul web’

Pugno duro dei parlamentari contro le fake news. Al Senato è stato presentato il disegno di legge bipartisan per punire chi pubblica le bufale sul web. Nel mirino blog, forum e social network e non le testate giornalistiche. E si differenziano le bufale intese come “bravate” o satira da quelle false create ad arte per arrecare danni a singoli e alla collettività e per influenzare l’opinione pubblica durante le elezioni politiche.

Sia multe sia il carcere. Queste le sanzioni contenute del testo di legge che vede come prima firmataria la senatrice Adele Gambaro (Ala-Sc) insieme ai senatori Riccardo Mazzoni di Ala, Sergio Divina della Lega Nord e Francesco Giro di Forza Italia. “Non vogliamo mettere un bavaglio al web e non vogliamo mettere sceriffi, ma normare quello che è diffuso e non ha regole”, ha spiegato Gambaro mentre ha illustrato, durante la conferenza stampa, il disegno di legge “Disposizioni per prevenire la manipolazione dell’informazione online, garantire la trasparenza sul web e incentivare l’alfabetizzazione mediatica”, che prende spunto dal rapporto “Media online e giornalismo: sfide e responsabilità” redatto, tra gli altri, da Gambaro e approvato dal Consiglio d’Europa.

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Notizie false sul web? Multa e anche carcere come pena massima

 

L’articolo 1 del testo stabilisce che chi pubblica o diffonde “notizie false, esagerate o tendenziose attraverso social media o siti, che non siano espressione di giornalismo online, è punito con l’ammenda fino a 5mila euro. La sanzione è più aspra se la bufala “può destare pubblico allarme”, o “recare nocumento agli interessi pubblici”. In questo caso sono previsti: l’ammenda fino a 5mila euro a cui si aggiunge la “reclusione non inferiore a dodici mesi”. Chi, invece, si rende “responsabile di campagne d’odio contro individui” o “volte a minare il processo democratico” è punito con la reclusione non inferiore a due anni e l’ammenda fino a 10mila euro.

 

Chi apre un blog deve comunicare i dati personali al tribunale

Nell’articolo 3 del testo di legge si contrasta l’anonimato su internet “ai soli fini di giustizia”: i dati dei responsabili dei siti internet (blog, forum o qualsiasi piattaforma telematica) dovranno essere trasmessi, entro 15 giorni, ai tribunali territorialmente competenti per agevolare chi intende chiedere una rettifica, allo stesso tempo sul blog non sarà obbligatorio pubblicare il nome del titolare.

Il diritto di rettifica

Con l’articolo 4 del provvedimento si riconosce un “diritto di replica”, che consenta la rettifica di un’informazione erronea o lesiva pubblicata online.

S’introduce il diritto all’oblio

Con l’articolo 5 i firmatari vogliono introdurre il diritto all’oblio, il diritto di ogni cittadino a “scomparire” dai risultati dei motori di ricerca se le notizie che gli riguardano non rispecchino più la sua attuale condizione e/o non siano più legati all’attualità. Sia la Corte europea dei diritti dell’uomo sia la Corte di Cassazione l’hanno già normato con diverse sentenze. Ora toccherà al Parlamento garantire questo diritto.

Alfabetizzare i giovani alle news online

Non solo sanzioni. Il disegno di legge dichiara guerra alle bufale sul web anche con l’alfabetizzazione mediatica declinata in due modi: corsi di formazione per gli studenti sui rischi della Rete e, con una modifica alla legge sulla “Buona Scuola”, stage nelle redazioni delle testate giornalistiche online.

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