Facebook ha urgentemente bisogno di frenare la fuga degli iscritti. Solo in Europa, secondo i dati dell’ultima trimestrale, il calo è di 3 milioni di utenti al giorno e 1 milione di quelli unici al mese, mentre negli Stati Uniti e in Canada, per il quarto trimestre consecutivo il dato è fermo a 185 milioni di americani. Così tra le idee per rendere il social più appetibile e più utile c’è quella di trasformarlo sempre di più in una piattaforma omnicomprensiva, in grado di offrire una pluralità di servizi, dal commercio elettronico al customer care delle banche. Infatti il gigante dei social media ha chiesto alle grandi banche statunitensi di condividere informazioni finanziarie dettagliate sui loro clienti, comprese le transazioni con carta e i saldi dei conti correnti, con l’obiettivo dichiarato “di offrire servizi più soddisfacenti ai correntisti”.
La lezione di JPMorgan Chase, meglio proteggere i dati dei clienti
Nell’ultimo anno la società di Mark Zuckerberg ha proposto a JPMorgan Chase, Wells Fargo, Citigroup Inc. e US Bancorp di offrire ai loro clienti servizi finanziari, come il saldo, la possibilità di fare acquisti direttamente in chat, e il customer care attraverso Facebook Messenger. “L’idea”, ha dichiarato il social, “è che messaggiare con una banca può essere una cosa migliore che aspettare al telefono” e “non stiamo usando queste informazioni se non per permettere questo tipo di esperienze e non per scopi pubblicitari o di altro tipo”. Il vantaggio per le banche? Facebook ha promesso loro un allargamento della base di clienti digitali. Ma le ‘sirene’ di Zuckerberg non hanno convinto la più grande banca americana, la JPMorgan Chase, che per il momento non si fida di condividere i dati finanziari dei suoi clienti con Facebook, incapace di impedire la migrazione illegittima dei dati di 87 milioni di utenti sui server di Cambridge Analytica.
Invece, le altre tre banche ancora non hanno rifiutato la partnership con Facebook. Ma perché dovrebbero accettare l’accordo?
- Non sarebbe più sicuro non traghettare i servizi finanziari su Facebook Messenger e lasciarli sui propri siti web e sulle applicazioni dedicate?
- L’avvento del fintech è una grossa sfida alle banche tradizionali, perché la maggior parte delle interazioni che hanno con i clienti riguardano pagamenti. Se i pagamenti non passano più per la banca, la banca perde il bene più prezioso di cui dispone, cioè il rapporto diretto con il cliente e soprattutto i dati sul suo profilo di pagamento.
- La lezione di JPMorgan Chase. Trish Wexler, portavoce del colosso bancario, ha detto che “non condivideremo mai con queste piattaforme i dati finanziari dei nostri clienti. Per questo abbiamo dovuto dire di no”.
È vero che Messenger ha circa 1,3 miliardi di utenti attivi mensilmente, come ha ricordato il Chief Operating Officer Sheryl Sandberg durante la presentazione della seconda trimestrale, dunque un potenziale bacino di utenti digitali che potrebbe far gola alle banche di tutto il mondo. Ma la protezione dei dati personali e finanziari dei clienti è più importante rispetto al possibile aumento dei correntisti. Perché se dovesse scoppiare un nuovo caso datagate su Facebook Messenger il dato reputazionale o d’immagine per le banche in partnership con il social network sarebbe gravissimo. E la banca JPMorgan Chase questo lo sa bene.
I pagamenti con Messenger di Facebook
Negli Stati Uniti l’11 aprile dell’anno scorso Facebook ha introdotto i pagamenti nei gruppi di Messenger: “se stai raccogliendo i soldi per la cena o per pagare la benzina per un viaggio in compagnia di amici, il modo più facile e sicuro per farlo è inviare e ricevere denaro con Messenger”.
Ecco come funziona: si apre Messenger e clicca sull’icona del dollaro, si digita la somma da chiedere o inviare e poi si selezionano gli amici. La prima volta che si utilizza la funzione viene chiesto di collegare il profilo a una carta di debito Visa o Mastercar, sui dispositivi Apple con il touch ID basterà l’impronta digitale.
Gli Ott possono fare da banca in Europa solo da settembre 2019
Presto arriverà anche in Europa per la quale Facebook ha già una licenza bancaria, che però, potrà utilizzare solo dal 2019. Infatti la direttiva sui servizi di pagamento Psd2, in vigore dal 13 gennaio, non consente ancora a Google, Apple, Facebook, Amazon, ecc… di fare anche da banca: bisognerà attendere settembre 2019 perché si sta lavorando all’infrastruttura tecnologica e della sicurezza e a un registro elettronico delle Fintech gestito dall’Eba, l’authority bancaria europea. Ma gli istituti bancari possono rifiutare gli accordi, come ha fatto JPMorgan Chase che non ha visto vantaggi nella proposta di Facebook.
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