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Facebook prova a portare internet gratis anche negli Usa, ma scatena il problema ‘zero-rating’

Facebook ci aveva già provato in India a offrire internet gratuitamente attraverso il suo servizio Free Basics, ma aveva dovuto fare marcia indietro per le forti polemiche innescate dal programma. Ma Mark Zuckerberg non è tipo da arrendersi facilmente e starebbe cercando di ottenere il via libera per lanciare la sua app negli Usa, per portare la connessione internet nelle aree rurali degli Stati Uniti.

L’obiettivo di Zuckerberg, si sa, è aiutare le persone – anche chi non può connettersi una connessione internet decente o uno smartphone – a connettersi l’una con l’altra, a condividere e trovare informazioni e a fare business.

Ma il progetto internet.org, ideato per portare il web nelle aree del mondo che non sono connesse e attivo al momento in 49 paesi, ha creato non poche polemiche in giro per il mondo. Trattandosi di un’app che non incide sul traffico telefonico, ma consente di accedere a una manciata di servizi base come la ricerca su Google, il meteo, Wikipedia, assistenza sanitaria si è scontrata, in India, con i sostenitori della net neutrality ed è stato bloccato.

Proprio per evitare simili ostacoli e spianare la strada al suo programma, Zuckerberg ha quindi apportato alcuni cambiamenti a Free Basics, consentendo a qualsiasi organizzazione non profit di partecipare, a patto di sottoscrivere alcuni termini essenziali, tra cui il divieto di usare immagini ad alta definizione o video che potrebbero consumare molti dati.

Secondo il Washington Post, Facebook sarebbe in trattative da mesi con il governo americano e gli operatori telefonici per lanciare il servizio anche negli Usa. Questi ultimi sono infatti parte integrante del progetto e per questo, nei paesi in cui è stata lanciata finora, l’app non include servizi come Whatsapp o Facebook Messenger che vanno in aperta concorrenza con quelli delle telco.

Quali saranno i servizi che potrebbero essere offerti negli Usa questo ancora non è dato saperlo. Quel che è certo è che anche oltreoceano l’ipotesi del lancio di Free Basics ha fatto storcere il naso agli oppositori del cosiddetto ‘zero-rating’, ossia la cosiddetta “discriminazione in positivo”, quando cioè il traffico verso alcuni siti o applicazioni non viene caricato in bolletta.

Secondo coloro i quali ritengono che escludere alcuni servizi dal computo del traffico dati potrebbe favorire alcuni a danno di altri, lo zero-rating  andrebbe regolamentato nell’ambito delle norme sulla net neutrality, proprio come è avvenuto anche in Europa dove questa pratica non è vietata, ma il suo utilizzo dovrà essere stabilito di volta in volta.

Per molti analisti Facebook – seppur con il nobile fine di connettere i disconnessi – rischia di scoperchiare il vaso di Pandora innanzitutto perché, anche se Free Basics darebbe alle telco la possibilità di raggiungere nuovi possibili clienti, una nuova regolamentazione sullo zero-rating potrebbe far lievitare i costi legali e regolamentari in capo agli operatori, senza contare il rischio che il social network finisca per usurpare quell’asset prezioso che il rapporto tra un operatore e i suoi clienti.

Non tutti vedono solo il fumo, però. Per alcuni c’è invece anche l’arrosto dal momento che gli operatori mobili potrebbero trasformare se non tutti gli utenti Free Basics, magari molti in clienti a pagamento: secondo Facebook infatti, circa la metà delle persone che finora hanno usufruito del programma di connessione gratuita hanno poi sottoscritto un abbonamento entro i primi 30 giorni.

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