Pochi prodotti sono stati innovati nel recente passato quanto i Gruppi Facebook: dalla possibilità di contraddistinguere alcuni utenti come “mentori” ed “esperti” all’integrazione con la piattaforma per erogare streaming live e video conferenze, la navigazione nei Gruppi rappresenta la “parte sommersa” dell’uso del social network e non può essere trascurata nelle strategie di comunicazione e relazione da parte di imprese ed organizzazioni.
Il limite dei Gruppi è però dato dalla loro monetizzazione: Facebook non ha soluzioni pubblicitarie specifiche per promuoverli, nè consente, da Business Manager, di creare Pubblici Personalizzati per ingaggiare gli iscritti con una successiva comunicazione. Ecco perché la loro valorizzazione deve avere luogo in forme indirette:
- Il Gruppo, nelle domande con cui accoglie i partecipanti, può trarre informazioni utili per la propria attività, ad esempio in termini di conoscenza dei suoi prodotti e delle caratteristiche che li portano ad essere apprezzati;
- Anche collegato con una Pagina, le informazioni del Gruppo e il piano editoriale possono comunicare le attività aziendali, pur rispettandone la funzione di community;
- Le conversazioni possono costituire un materiale utile per i profili social e le newsletter;
- Con un piccolo workaround, è possibile fare retargeting sui video caricati nel gruppo agli utenti che vi mostrano interesse così da mettere in luce i prodotti e i servizi dell’azienda.
L’iscrizione ai Gruppi è però legata ad un’aspettativa diversa dal seguire una Pagina: richiede, a chi li gestisce, una forte consapevolezza che una community necessita di una valorizzazione del diverso grado di propensione alla partecipazione degli iscritti e un piano editoriale che tenga insieme valore e relazione, contenuti e coinvolgimento. Il community manager ha doti diversi dal social media manager.