Facebook ha accettato di pagare 550 milioni di dollari (circa 500 milioni di euro) per risolvere una Class Action sull’uso improprio del riconoscimento facciale nello Stato americano dell’Illinois.
La notizia, diffusa ieri dal New York Times, riguarda la violazione di una legge statale che obbliga le aziende tecnologiche a chiedere il permesso scritto agli utenti prima di raccogliere dati biometrici come le impronte digitale o i tratti del volto.
La causa contro Facebook
La causa risale al 2015 ed è stata intentata contro la compagnia per quanto riguarda l’uso di una prima versione di “suggerimenti dei tag”, uno strumento che permette di scansionare, tramite riconoscimento facciale, il volto delle persone nelle fotografie caricate sul social.
Secondo l’accusa, quel servizio, che per i nuovi utenti non è più automatico, permetteva a Facebook di archiviare dati biometrici degli utenti senza un loro esplicito consenso, violando così l’Illinois Biometric Information Privacy Act.
Illinois Biometric Information Privacy Act
Nel 2018, poi il giudice federale incaricato del procedimento aveva permesso di trasformare la causa in una class action e, dopo che l’anno scorso la compagnia aveva perso il ricorso in appello, il social ha deciso di pattuire il risarcimento così da non prolungare oltre la questione.
“Abbiamo deciso di accordarci perché la cosa migliore per la nostra community e per i nostri azionisti era di andare avanti e lasciarci questa questione alle spalle“, ha dichiarato in una nota un portavoce di Facebook.
Facebook e la privacy
L’azienda di Menlo Park è sottoposta ad un continuo controllo regolamentare in tutto il mondo.
Attualmente negli Stati Uniti sta affrontando diverse indagini governative per presunti comportamenti anticoncorrenziali. Lo scorso anno è stata multata per 5 miliardi di dollari dalla Federal Trade Commission per violazioni della privacy.
Tra le continue critiche su come Facebook gestisce i dati privati dei suoi utenti, il CEO Mark Zuckerberg ha annunciato che la società sta cambiando rotta per un futuro più “incentrato sulla privacy“, sebbene i risultati siano ancora scarsi.
Nel frattempo l’azienda continua ad arricchirsi. I risultati del quarto trimestre del 2019 diffusi ieri hanno evidenziato una crescita della raccolta pubblicitaria del 25% con profitti aumentati del 7% a 7,35 miliardi di dollari.