Gran parte dell’Europa è alle prese con l’ultima ondata di Covid-19 e sui social ne arriva già un’altra, quella della disinformazione e delle fake news sul virus. In un nuovo studio pubblicato oggi da Avaaz si punta il dito contro Facebook: le false notizie relative alla pandemia hanno il doppio delle possibilità di essere lette in Europa che negli Stati Uniti.
Covid e disinformazione su Facebook, il Report
Considerando le teorie del complotto che incolpano Bill Gates e George Soros della crisi sanitaria, passando per il virus che non esiste e le false dichiarazioni sull’inefficacia e l’inutilità dell’uso della mascherina contro il virus, nel documento si stima che il 56% dei contenuti fake relativi al è rimasto costantemente online su Facebook nei Paesi europei di lingua non inglese.
Solo il 26% degli stessi contenuti era accessibile anche negli Stati Uniti.
L’ondata di disinformazione si è alzata ancora di più in Europa proprio nel momento in cui le tensioni politiche interne ai singoli Stati dell’Unione si facevano più forti e in relazione all’arrivo dei vaccini, con tutti i problemi che con essi si sono verificati (dai casi di decesso legati ad AstraZeneca alla mancanza di dosi per la campagna di vaccinazione, fino ai rimedi fai da te).
“A partire dall’inizio del 2021, Facebook non è mai riuscito a migliorare la sua capacità di rilevare e neutralizzare la disinformazione e le fake news sul Covid”, si legge nel commento ai dati.
Il social ha ribattuto di aver rimosso milioni di posto incriminati, lavorando con agenzie governative proprio per sviluppare una linea d’azione comune tesa a verificare il maggior numero di notizie possibili, soprattutto relative al virus, alla salute pubblica e le strutture sanitarie.
“Usiamo gli stessi metodi e strumenti per rimuovere fake news in italiano, francese, tedesco, spagnolo e inglese”, hanno affermato da Facebook.
Italia tra i Paesi più colpiti dalle false notizie sul Covid
Dall’indagine è emerso anche che l’Italia è tra i Paesi europei più esposti alla disinformazione sul Covid-19. Nel nostro Paese il social network ha preso provvedimenti solo nel 31% dei casi sulle pubblicazioni in questione.
In Francia è andata meglio e Facebook è intervenuto nel 42% dei casi. La Spagna è l’unico Paese europeo che ha registrato livelli maggiori di intervento contro la disinformazione da parte del social media, con il 67% dei provvedimenti presi, quasi come nei Paesi di lingua inglese.
Negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Irlanda, sono state prese misure adeguate per contrastare la disinformazione sul Covid con la rimozione del 71% dei contenuti selezionati come fake (74% nel caso degli americani).
L’Europa deve correre ai ripari
In una delle relazioni più recenti della Commissione europea, relative al codice delle buone pratiche per contrastare la disinformazione e le false notizie, venivano lodate le piattaforme social globali come Facebook, Google, Twitter e Microsoft per l’impegno profuso negli ultimi mesi.
Una valutazione forse troppo precipitosa e troppo ottimistica, in cui si dichiarava: “Le piattaforme hanno migliorato la visibilità dei contenuti autorevoli, indirizzando milioni di utenti a fonti di informazioni dedicate”.
“Hanno inoltre incluso nelle condizioni delle funzionalità per eliminare la disinformazione sui vaccini, in particolare, bloccando centinaia di migliaia di account, offerte e messaggi pubblicitari connessi al coronavirus e alla disinformazione sui vaccini, e hanno intensificato il lavoro con i verificatori dei fatti per dare maggiore rilievo ai contenuti verificati in materia di vaccinazione”, si legge nel giudizio della Commissione.
Nei prossimi mesi continueranno ad arrivare le relazioni dei social su quanto fatto per ridurre il livello di disinformazione raggiunto in rete, almeno fino all’estate, ha stabilito la Commissione.
L’America first di Facebook
Stando a quanto scoperto da Avaaz, mentre Facebook rassicurava tutti qui in Europa sulla capacità di intervento rapido contro messaggi e contenuti fake, questi continuavano a girare tranquillamente all’interno del social, alimentando nuovamente teorie del complotto e disinformazione.
Di fatto, l’Europa è stata lasciata indietro nella lotta alle fake news, quasi che Facebook abbia fatto suo lo slogan di Trump: “America first, English people first”.