Facebook ha pagato 4,17 milioni di sterline (4,63 milioni di euro) di imposte sulle società per il 2015 nel Regno Unito.
Una bella cifra se paragonata alle 4.327 sterline versate nel 2014, vale a dire molto meno rispetto alla quantità media di tasse e contributi previdenziali versati da un solo lavoratore britannico.
Cosa è successo?
Dopo essere stato severamente criticato per il proprio sistema di ottimizzazione fiscale che, come a tanti altri Over-The-Top, gli permetteva di bypassare allegramente le tasse, il gruppo è finito sotto la lente del Parlamento UK.
Messo alle strette (Google aveva stretto un patto col fisco da 172 milioni di euro), lo scorso marzo il social network più popolare del mondo ha deciso di invertire la marcia e accogliere la richiesta di dichiarare nel Regno Unito i ricavi pubblicitari fatturati grazie ai clienti britannici.
Da allora le revenue non sono più state traghettate in Irlanda dove poteva avvantaggiarsi di una tassazione molto più soft (12,5% circa l’imposta sulle società contro il 20% previsto nel Regno Unito), probabilmente scampando anche il rischio di finire nel mirino dell’Antitrust Ue come è accaduto ad Apple.
“Siamo fieri d’aver continuato a far crescere la nostra attività nel Regno Unito nel 2015 e d’aver creato più di 300 posti di lavoro altamente qualificati“, ha detto con soddisfazione un portavoce del gruppo, aggiungendo: “Paghiamo tutte le imposte previste dalla legge britannica”.
Verrebbe da dire ‘well done Zuckerberg’, ma è necessario precisare che queste imposte versate in UK non rappresentano ancora che solo il 2% dei 211 milioni di sterline di entrate finanziarie che la compagnia americana ha dichiarato in UK lo scorso anno, secondo i documenti contabili ufficiali.