Apple, Amazon, Google e Facebook sono sotto pressione negli Stati Uniti. Le big dell’hi-tech sono finite del mirino del dipartimento di Giustizia, che ha aperto una maxi indagine antitrust, condotta dal procuratore generale William Barr, per verificare “in che modo hanno raggiunto l’attuale potere di mercato e se utilizzano pratiche che hanno ridotto la concorrenza, soffocato l’innovazione o danneggiato in altro modo i consumatori”, si legge nella nota diffusa dal dipartimento.
L’obiettivo, aggiungono le autorità statunitensi, è una valutazione del mercato online per assicurare che gli americani abbiano accesso a mercati in cui le aziende competono sulla base dei meriti e dei servizi offerti.
“Senza la disciplina di una significativa concorrenza basata sul mercato, le piattaforme digitali possono agire in modi che non rispondono alle richieste dei consumatori”, ha affermato il vice procuratore generale Makan Delrahim della divisione antitrust. “L’indagine antitrust del dipartimento esplorerà questi importanti problemi”.
Se fossero accertate violazioni della legge Usa, il dipartimento “procederà in modo appropriato per ottenere un risarcimento”. Maxi-multe?
E con l’ufficializzazione della stangata da cinque miliardi di dollari a Facebook per lo scandalo Cambridge Analytica, il dipartimento di Giustizia Usa lancia quindi l’affondo sul settore.