Stablecoin

Facebook, con la propria criptovaluta entrate fino a 19 miliardi di dollari entro il 2021

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Secondo un nuovo report della CNBC, la criptovaluta di Facebook, se lanciata, potrebbe potenzialmente generare 19 miliardi di dollari di entrate aggiuntive entro il 2021.

A seguito della pubblicazione di un articolo del New York Times, si susseguono le prove sulla possibile nascita di una criptovaluta legata a uno dei giganti del Web 2.0, vale a dire l’azienda di Mark Zuckerberg.

Facebook, infatti, potrebbe presto (già entro la prima del 2019) dare vita ad una propria criptovaluta: una stablecoin.

Secondo il NYT, 50 nuovi dipendenti stanno lavorando allo sviluppo di uno stablecoin che incorpori le tre app di proprietà di Facebook: WhatsApp, Facebook Messenger e Instagram.

Stablecoin: cosa sono

La stablecoin è letteralmente un coin emesso e scambiato sulla blockchain esattamente come vengono scambiati i bitcoin, gli ether, ecc, ma il cui prezzo è mantenuto pressoché stabile.

I vantaggi della versione Stablecoin

La Stablecoin Made In Facebook dovrebbe essere agganciato alla applicazione, permettendo così alle milioni di utenti di effettuare in maniera agile delle transazioni in criptovaluta con i propri contatti, senza necessità di affidarsi ad altri canali.

Questa particolare modalità di utilizzo fa comprendere perché Facebook starebbe decidendo di optare per una stablecoin, ovvero per una criptovaluta dal valore stabile, non sottoposta alle classiche fluttuazioni tipiche di questo mercato: i normali utenti dovranno fidarsi del valore reale della criptovaluta, per effettuare le loro piccole transazioni.

19 miliardi di dollari di entrate

Secondo un nuovo report della CNBC, la criptovaluta di Facebook, se lanciata, potrebbe potenzialmente generare 19 miliardi di dollari di entrate aggiuntive entro il 2021.

Gli analisti dichiarano che “la nascita di una criptovaluta può essere in grado di stabilire un nuovo flusso di entrate per Facebook, aiutando soprattutto il prezzo delle sue azioni, travolte dopo gli scandali privacy dell’anno scorso”. Inoltre, “qualsiasi flusso di entrate privo di pubblicità potrebbe essere ben percepito dagli azionisti di Facebook”.

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