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Facebook-CambridgeAnalytica, Zuckerberg sarà ascoltato dal Congresso l’11 aprile

Mark Zuckerberg ha deciso quando affrontare la gogna del Congresso degli Stati Uniti. L’11 aprile il ceo di Facebook sarà audito dalla commissione per il commercio e l’energia della Camera Usa, l’ha reso noto la stessa commissione che gli chiederà il ruolo svolto dal social network nella vicenda dei dati di 50 milioni di utenti usati illecitamente a scopi elettorali da Cambridge Analytica. Zuckerberg testimonierà alle 10 (orario dell’East Coast) per parlare dell’ “uso aziendale e della protezione dei dati degli utenti”. I parlamentari Greg Walden e Frank Pallone, rispettivamente presidente e membro della commissione, hanno affermato che l’udienza “sarà un’occasione importante per far luce sulle critiche questioni sulla privacy dei dati dei consumatori e aiutare tutti gli americani a capire meglio cosa succede alle loro informazioni personali online”.

In totale sono tre le commissioni del Congresso che hanno invitato Zuckerberg a testimoniare, tra cui la commissione Giustizia del Senato che terrà il 10 aprile un’audizione sulla privacy dei dati.

Gdpr, Zuckerberg ‘Facebook si sta adeguando al Regolamento, ma solo in Europa’

Privacy dei dati degli utenti europei che dal 25 maggio prossimo saranno più al sicuro con l’entrata pienamente in vigore, in tutti i Paesi dell’Unione Europa, del Regolamento generale in materia di protezione dei dati. Il Gdpr costituirà un vero cambio di passo per la gestione e tutela dei nostri dati personali, è una normativa che conferisce un controllo elevato dei propri dati personali a tutti i cittadini dell’UE, inclusi gli utenti di Facebook. La legge europea è la più grande revisione della privacy online sin dalla nascita di Internet, e conferisce agli europei il diritto di sapere quali dati sono memorizzati su Facebook, per esempio, e su qualsiasi social network/piattaforma/Cloud, e il diritto di farli cancellare.

In un’intervista telefonica alla Reuters l’amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg ha detto oggi che la società sta lavorando per estendere solo lo “spirito” del nuovo regolamento anche ai suoi utenti di altre parti del mondo. Quindi le indicazioni del Gdpr non diverranno lo standard a livello globale. Mentre Apple ne approfitta e sfrutta il momento per “estendere gli stessi diritti previsti per gli europei a tutti i suoi utenti del mondo”, ha già fatto sapere la società guidata da Tim Cook, che nei giorni scorsi ha auspicato una “appropriata regolamentazione” per aziende come Facebook, perché “la loro capacità di conoscere tutto della navigazione delle persone, i loro gusti, ogni dettaglio privato della loro vita in dati accumulati per anni non dovrebbe esistere”.

Così Apple non perde il treno del Gdpr per mostrarsi attenta alla protezione dei dati dei suoi clienti, non solo europei, mentre Facebook perde anche questa buona occasione per garantire un po’ più di privacy ai suoi 2,2 miliardi di utenti.

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