Un nuovo “gioco” sta contagiando oltre 80 milioni di utenti nel mondo e sta invadendo le bacheche dei social: invecchiare il proprio volto con FaceApp, un’applicazione disponibile su App Store e Google Play Store che grazie ad un’aggiornamento con le tecnologie di Intelligenza Artificiale offre una trasformazione digitale abbastanza realistica. Dopo aver scaricato l’app basta scattarsi una foto o prenderla dalla propria galleria di immagini e in pochi click è possibile modificare il volto, modificando l’acconciatura, invecchiando o ringiovanendo i tratti somatici, ma anche riuscendo a trasformarci in uomini o donne. Anche le celebrities sono state contagiate dal gioco, tanto che è diventato virale l’hashtag #FaceAppChallenge.
“Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia che sfrutta le reti neurali per modificare in maniera realistica il volto nelle foto”, ha spiegato al sito TechCrunch il fondatore e Ceo dell’app russa, Yaroslav Goncharov.
I rischi
All’aspetto ludico si uniscono però i tanti rischi sulla privacy. Alla perplessità di far circolare troppe immagini personali sulle piattaforme social, nella pagina dell’app dedicata all’uso delle informazioni si legge che “potrebbe condividere i contenuti e le informazioni degli utenti con le aziende che fanno parte del gruppo di società di FaceApp”.
E questo è il primo allarme sulla protezione dei dati degli utenti, privacy che si cede totalmente e per sempre all’app russa. Infatti, fa notare Guido Scorza, uno dei candidati ad essere eletto dal Parlamento Garante per la protezione dei dati personali: “La foto del nostro volto diventa, nella sostanza, di FaceApp che può farne quello che vuole perché la licenza – salvo non volersi avventurare in interminabili battaglie giudiziarie sulla validità delle relative clausole – è perpetua, irrevocabile, mondiale, cedibile e, naturalmente gratuita”.
I volti come cavie per l’IA
Si regala, dunque, per sempre il proprio volto alla società russa, che lo utilizzerà come cavia per addestrare le reti neurali e i sistemi di intelligenza artificiale su cui sta lavorando. Il tutto per avere solo un pugno di like sui social.