Il 4G entro pochi anni non sarà più in grado di soddisfare le nostre esigenze di gestione, elaborazione e trattamento dati. Digitalizzazione, automazione e impiego di tecnologie intelligenti negli impianti produttivi dell’industry 4.0 già di per sé segnerà una nuova era scandita dall’attivazione delle prime reti commerciali e private 5G.
Entro il 2021, secondo dati IDC dell’anno passato (“Worldwide Semiannual Mobility Spending Guide”), la spesa in mobility service nel settore manifatturiero salirà a 38 miliardi di dollari.
Alla fine del 2018, a spesa in soluzioni digitali nel manifatturiero ha superato i 300 miliardi di dollari a livello globale, circa un terzo del totale degli investimenti in trasformazione digitale.
Il nuovo paradigma produttivo legato al digitale richiede risposte rapide alle infrastrutture, soprattutto in termini di dati, e il 5G è la risposta migliore a questo tipo di necessità, con una velocità fino a 10Gbps, tempi risposta rapidissimi, capacità di connettere in contemporanea un numero enorme di dispositivi.
In tal modo sarà possibile impiegare in maniera diffusa soluzioni tecnologiche legate all’Internet delle cose, alla realtà aumentata e virtuale, all’intelligenza artificiale, al machine learning, con piattaforme di data management sempre più avanzate.
“Con il 5G l’infrastruttura di rete per l’Industria 4.0 diventa alla portata di tutti”, ha dichiarato in un’intervista a industriaitaliana.it Antonio Capone, docente del Politecnico di Milano e responsabile dei progetti di sperimentazione che sono stati avviati in partnership con Vodafone nell’area metropolitana.
Vodafone è l’operatore che ha fatto di Milano il più grande laboratorio 5G d’Italia, investendo più di 90 milioni di euro: “Milano diventa a pieno titolo la capitale europea del 5G – ha affermato di Aldo Bisio, Ad di Vodafone Italia – la sperimentazione ha catalizzato gli investimenti di importanti realtà nazionali e internazionali e ha confermato l’effetto dirompente del 5G, che potrà ridisegnare tutte le filiere industriali, aprire nuove opportunità di internazionalizzazione per le imprese italiane e incidere sul benessere delle comunità”.
Con l’aumento della copertura in 5G dei territori, ha spiegato Capone, “le aziende potranno intraprendere un nuovo percorso di sviluppo basato su un paradigma “network as a service” adottando la stessa logica che ha permesso di utilizzare risorse cloud, di computing e di storage, esterne al perimetro aziendale. In termini di costi si configura un vantaggio soprattutto per le aziende medio piccole, che potranno utilizzare il 5G come alternativa ad infrastrutture di rete più costose”.
Questo significa poter contare su una connettività più distribuita e diffusa, all’interno e all’esterno dei luoghi produttivi: “Significa, per esempio, poter disporre di un’infrastruttura nazionale per la logistica, con nuovi modelli di business che possono essere sviluppati grazie alla possibilità di avere prodotti connessi nel momento in cui arrivano nelle mani del cliente. Il valore del prodotto non sarà solo determinato dalle sole caratteristiche intrinseche, ma proprio dal fatto di una sua permanente connettività”.
Avremo presto, forse entro quest’anno, una prima versione del 5G, con una velocità di trasferimento più alta del 4G, ma non avrà ancora nessuna delle caratteristiche che sono invece interessanti per applicazioni in ambito industriale: “Queste – ha detto il docente – arriveranno nella seconda metà del 2020. Stiamo parlando di bassa latenza, che consentirà di spostare nella rete gli algoritmi di controllo delle macchine. Tutto quello che ha che fare con il mondo dell’automazione e della robotica potrà beneficiare di altissima affidabilità di servizio coerente con i requisiti di applicazioni critiche. Infine, arriveranno le versioni per l’Iot massivo con connettività a bassissimo consumo energetico per moltissimi oggetti, nell’ordine di milioni”.
Secondo Gartner, entro il 2022 il 75% dei dati aziendali saranno creati e processati “at the edge”, e cioè in prossimità degli strumenti che li generano, contro l’attuale 10%, e questo sarà possibile e migliorabile proprio grazie al 5G.
“Con l’utilizzo del 5G, robot, droni o veicoli autonomi, parzialmente o completamente autonomi, collegati alla rete, saranno in grado di fare delle piccole consegne muovendosi lungo i marciapiedi delle città. E’ logistica dell’ultimo miglio, un’applicazione che secondo me potrà avere uno sviluppo molto interessante; una volta consegnato l’oggetto si potrà interagire con un operatore presente in una stanza di controllo per ottenere maggiori informazioni”, ha affermato Capone.
In ottica di produzione agile in ambiente manifatturiero, invece, “la logistica di ultimo miglio potrà essere applicata in anche in ambienti chiusi, per la movimentazione all’interno di magazzini ed aree industriali. Altro caso d’uso riguarda la robotica collaborativa ovvero l’interazione con macchinari provvisti di sensori per consentire di lavorare in sicurezza a fianco dell’uomo. Quello che stiamo facendo è mettere i sensori tutt’intorno all’area di lavoro per dare modo di aumentare sensibilmente la capacità d’interazione e consentire una gestione dei processi di fabbrica non più da postazioni fisse ma mobili”.