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Exprivia, via libera all’acquisizione dell’81% di Italtel

Perfezionati ieri sera gli accordi giuridicamente vincolanti per l’acquisizione del controllo di Italtel da parte di Exprivia. Una nota informa che con un investimento di 25 milioni di euro, “Exprivia acquisirà una quota dell’81% del capitale ordinario della società. Il perfezionamento del closing è previsto entro dicembre 2017”.

L’acquisizione del controllo di Italtel S.p.A. da parte di Exprivia, è spiegato in un comunicato congiunto, avverrà nel contesto della patrimonializzazione della società per 115 milioni di euro, come è stato formalizzato con i principali istituti finanziatori.

L’operazione prevede:

Per il finanziamento dell’operazione Exprivia utilizzerà risorse rivenienti: 1) da un’emissione obbligazionaria di 17 milioni di euro, garantiti da un pool di investitori professionali costituiti da: Banca Popolare di Bari, società cooperativa per azioni, per 8 milioni, Anthilia Capital Partners Sgr S.p.A., per 8 milioni, e Confidi Systema società cooperativa, per 1 milione; 2) da conversione di crediti commerciali liquidi ed esigibili vantati nei confronti di Italtel S.p.A. per compensazione verso il corrispondente debito da sottoscrizione, per 2 milioni; 3) dalla disponibilità della normale operatività, per 6 milioni.

L’emissione obbligazionaria sarà di tipo senior unsecured, con valore del singolo titolo pari a 100.000 euro, regolata da un tasso fisso pari al 5,8%, con cedole semestrali, avrà un piano di ammortamento semi-bullet che prevede il rimborso del 20% del capitale per ciascuna annualità a partire dal 2020 e il restante 40% al 2023. I titoli saranno emessi nel sistema di gestione accentrata presso Monte Titoli S.p.A. con quotazione all’ExtraMot Pro ed sono riservati ad investitori qualificati.

Successivamente al closing, conclude la nota stampa, Exprivia assumerà il ruolo di socio di controllo di Italtel, con le usuali tutele per il socio di minoranza Cisco e per i titolari di SFP. Inoltre, le azioni sottoscritte da Exprivia al Closing saranno soggette a lock-up per i successivi tre anni.

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