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Ex ricercatori di Meta hanno svelato un modello di AI per generare nuove proteine

Ex scienziati di Meta hanno svelato un modello in grado di generare proteine ​​nello stesso modo in cui i chatbot possono generare parole.

Modello di linguaggio con 2,7 miliardi di proteine

EvolutionaryScale, fondata da un team di ex ricercatori Meta che stavano lavorando su modelli di intelligenza artificiale per la biologia, ha annunciato a giugno il suo modello di linguaggio proteico, ESM3, che secondo l’azienda è “il primo modello generativo per la biologia”. ESM3 è addestrato sulla sequenza, struttura e funzione di oltre 2,7 miliardi di proteine ​​e può generare nuove proteine ​​seguendo i suggerimenti.

“Vogliamo costruire strumenti che possano rendere la biologia programmabile”, ha detto a Nature Alexander Rives, capo scienziato di EvolutionaryScale ed ex capo del “team delle proteine ​​​​AI” di Meta.

EvolutionaryScale, round di 142 milioni come primo round

A giugno, EvolutionaryScale ha annunciato di aver raccolto 142 milioni di dollari in un round iniziale, contando Lux Capital, Amazon Web Services, Nat Friedman, Daniel Gross e il braccio di venture capital Nvidia NVentures come investitori. Il co-fondatore e socio amministratore di Lux Capital, Josh Wolfe, ha dichiarato a Reuters che l’azienda è un “momento ChatGPT per la biologia”.

Database per nuovi farmaci

A Meta, Rives e il suo team hanno creato un database di oltre 600 milioni di strutture proteiche che potrebbero essere utilizzate per lo sviluppo di farmaci. Lì avevano sviluppato versioni precedenti del modello ESM, incluso ESMFold, che addestrava un ampio modello linguistico su dati biologici per generare previsioni delle strutture proteiche. Il team è stato tagliato nel 2023 durante quello che Mark Zuckerberg, amministratore delegato di Meta, ha definito “l’anno dell’efficienza” per concentrarsi sui prodotti commerciali di intelligenza artificiale.

L’azienda ha anche annunciato un nuovo documento, in anteprima, che mostra di aver spinto ESM3 a generare nuove proteine ​​fluorescenti verdi, o GFP, con una sequenza “che è simile solo al 58% alla proteina fluorescente più vicina conosciuta”, ovvero le proteine ​​responsabili di come meduse e bagliori di coralli. “Dal tasso di diversificazione delle GFP presenti in natura, stimiamo che questa generazione di una nuova proteina fluorescente equivalga a simulare oltre 500 milioni di anni di evoluzione”, ha affermato EvolutionaryScale.

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