Ieri abbiamo abbiamo messo in luce la proposta di Davide Casaleggio di “testare l’eVoting per i Comuni dove non sarà possibile recarsi ai seggi per il referendum di fine marzo” a causa del Coronavirus. Oggi apriamo il dibattito sul tema con l’intervista ad Antonio Palmieri, deputato e responsabile campagne elettorali e web di Forza Italia.
Key4biz. Come commenta la proposta di Davide Casaleggio?
Antonio Palmieri. È stato svelto a cogliere l’opportunità “offerta” dal panico generato dal suo governo nella gestione della vicenda coronavirus.
Key4biz. Secondo lei l’eVoting non potrà mai essere (neanche) sperimentato?
Antonio Palmieri. Il governo Berlusconi lo sperimentò alle regionali del 2005, in alcuni comuni liguri, senza validità e in parallelo al voto per le elezioni regionali.
Key4biz. Il rischio maggiore quale è?
Antonio Palmieri. La (in)certezza sul fatto che nessuno manipoli il risultato finale, che deriva dalla certezza che i partiti non si fidano gli uni degli altri. Come potrei fidarmi di un voto elettronico gestito dal governo Conte-Casalino-Casaleggio?
Key4biz. Oggi c’è fin troppa tecnologia, in quasi ogni settore, ma il voto deve restare solo offline?
Antonio Palmieri. Fin quando non si trova un meccanismo che garantisca il risultato finale in modo certo, a prova di manipolazione, temo sarà così. Più che sulle modalità concrete di voto, problema pure non da poco, questo è l’aspetto cruciale.
Key4biz Concretamente il 29 marzo gli elettori dei Comuni nella zona rossa andranno a votare?
Antonio Palmieri. Il ministro D’Incà ha annunciato stamattina che giovedì sapremo se il Governo sposterà la data del referendum.
#TaglioParlamentari – Al momento è confermato referendum il 29 marzo, dovremo decidere in questa settimana se mantenerlo o spostarlo a maggio, confrontandoci anche con l’andamento dell’incidenza del #Coronavirus e la necessità di tempo adeguato per campagna referendaria. @SkyTG24
— Federico D’Incà (@FedericoDinca) March 3, 2020
Key4biz. Cos’altro vuole aggiungere?
Antonio Palmieri. Sono convinto che questa situazione possa spingerci a un miglior uso del digitale, penso naturalmente al tema del lavoro e della scuola a distanza. Al tempo stesso, ritengo che il governo debba occuparsi come emergenza assoluta di come impedire la moria delle imprese e dei posti di lavoro. Parlare di voto elettronico ora è solamente un diversivo comunicativo.